È ambientato nella Francia del XIII secolo, ai tempi dell’Inquisizione, “La leggenda dei tre bambini magici e del loro cane santo” di Adam Gidwitz. Un po’ fantasy, un po’ romanzo storico, i protagonisti sono tre giovanissimi perseguitati da re Luigi IX. Un messaggio che, dal passato, arriva dritto al presente…
Chi l’ha detto che dall’impero americano non ci sia qualcuno che guarda con attenzione alla vecchia Europa? Chi l’ha detto che non si possa raccontare il passato perché sia il presente a intendere? Chi l’ha detto che… non ci sono più i libri di una volta, in termini di cura, fascino, fantasia, impatto che possono avere sull’opinione pubblica dei lettori, specie quelli più difficili e sacri, ovvero i più piccoli? C’è un libro per ragazzi, ambientato nel tredicesimo secolo, capace di dare le risposte giuste a tutte queste domande. Più che una strenna natalizia, un volume… ottimo per tutte le stagioni. L’ha scritto Adam Gidwitz – poco più che quarantenne, collezionista di premi – e l’ha tradotto, per conto della casa editrice Giuntina, Marina Morpurgo. Si intitola La leggenda dei tre bambini magici e del loro cane santo (400 pagine, 20 euro) ed è reso ancora più bello dalle illustrazioni dell’artista egiziano Hatem Aly, capace di renderlo quasi un volume miniato d’altri tempi.
Diversi ma solidali
Un po’ fantasy, un po’ romanzo storico, il libro di Adam Gidwitz racconta di una persecuzione ordita da un sovrano francese, Luigi IX, una specie di… contradditorio Erode in scala ridotta. È il 1242 e il re ha messo nel mirino tre ragazzi, tutti fuori… dall’ordinario. Ai tempi dell’Inquisizione, poi, non passano inosservati, anzi sembrano candidati ai roghi: l’ebreo Jacob, che è capace di sanare ogni ferita, pregando e applicando erbe, un monaco d’origine araba e dalla forza sovraumana, William, e la contadina Jeanne, che soffre di epilessia e ha visioni a proposito del futuro; amici diversi, che coesistono nelle differenze, ma sono solidali fra loro, accompagnati da una levriera che è tornata per incantesimo dal regno dei morti, Gwenforte.
Una missione da compiere
Secondo l’opinione corrente i tre giovanissimi – attorniati da tantissime altre figure, non minori – corrono sul filo dell’eresia, sono ricercati e la loro fuga lontano da eventuali falò e lungo le strade di Francia è accidentata, spericolata, fa i conti con draghi, mercenari, rabbini, demoni e inquisitori. Splendono in un’epoca buia e hanno una straordinaria missione da compiere. La loro è una storia che corre di bocca in bocca, come succede in una locanda in cui si incontrano alcuni viaggiatori. Ed è una storia raccontata da più punti di vista, colma di colpi di scena. Il medioevo messo in scena è certamente oscurantista e violento, ma ha anche squarci di speranza, di coesistenza fra popoli e religioni. Un libro che parla al presente, che può fare aprire gli occhi a tanti giovanissimi.
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