Romanzo storico, psicologico e civile è “L’ultima crociera” di Chiara Clini, che prende spunto da un evento che dal 1940 era stato rimosso dalla memoria collettiva: l’affondamento di una nave partita dalla Gran Bretagna da parte di un sommergibile tedesco. Centinaia le vittime, molte delle quali italiane, che Churchill aveva fatto catturare dopo la dichiarazione di guerra da parte dell’Italia. L’autrice affida il racconto a tre personaggi, i cui destini si avvicineranno implacabilmente…
Decenni e decenni di oblio e solo nel 2008, in Gran Bretagna, le prime commemorazioni, con una lapide scoperta nel porto di Liverpool, in ricordo di una tragedia atroce: nel luglio 1940 – poche settimane dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia fascista a Inghilterra e Francia – l’affondamento dell’Arandora Star, una nave da crociera, con un siluro scagliato da un u-boot tedesco; una nave sovraccarica, che trasportava prigionieri di guerra austriaci e tedeschi, ma anche italiani residenti Oltremanica, che erano stati espulsi e sarebbero stati deportati nel Nord America: al largo della costa irlandese morirono in ottocento su millecinquecento e oltre la metà erano italiani. C’è questo avvenimento storico dietro un romanzone sorprendente, che dissotterra un mondo di vinti, opera prima di un’attrice parmigiana, Chiara Clini, su cui ha scommesso la casa editrice Piemme. Il titolo di questo debutto è L’ultima crociera (355 pagine, 18,90 euro) e nasce con le “benedizioni” di due autrici importanti come Carola Susani (qui una sua intervista sul nostro Canale YouTube) e Rossana Campo, ai cui corsi ha partecipato proprio Chiara Clini.
L’ebreo, la ragazza madre, il marinaio
Da un racconto familiare (quello di un prozio che, a bordo dell’Arandora Star, lasciò un salvagente a un giovane che non sapeva nuotare) e sicuramente da un certosino lavoro di documentazione, si comprende dai dettagli vividi di ogni singola pagina, Chiara Clini ha scritto con passione e trasporto un romanzo che ha almeno tre protagonisti e altrettante voci che, di volta in volta, e in prima persona, si prendono la scena. C’è Jacopo Abramo Errera, ebreo di Venezia, doppiamente nemico: in Italia, da dove va via in seguito alle leggi razziali, e in Inghilterra dove lavora alla sezione italiana della Bbc, ma finisce nella rete dei rastrellamenti ordinati da Churchill, fra i nemici da trascinare in un campo di detenzione. C’è Harriet Smith, tenace e moderna ragazza madre di un bimbo di sei mesi, Ismay, componente della commissione che giudica gli “stranieri nemici”, che ha partecipato all’interrogatorio di Jacopo, condannandolo, ma successivamente pentendosene, addirittura innamorandosene; lo racconterà a Julie, levatrice con cui vive un’affettuosa sorellanza.
Il pensiero di Errera accompagnava le mie giornate. Volevo andare a prenderlo a Bury, restituirgli la libertà, riparare al mio errore, guardarlo un’altra volta negli occhi, udire la sua voce calda e musicale. […] Non riesco a dimenticare di aver fatto arrestare un innocente.
E c’è anche Wolfgang, detto Wolf, marinaio dell’equipaggio di un sommergibile tedesco, l’U47 capitanato da Gunther Prien (realmente esistito), che punterà l’Arandora Star; Wolf, lettore di Moby Dick, libro che gli ha dato la fidanzata Lotte, finisce per pensare all’imbarcazione in cui si trova come a un novello Pequod e a Gunther come a una sorta di Achab. Esegue ordini, ma cova dubbi.
Inno alla lettura
I tre destini si intersecheranno inevitabilmente attraverso l’Arandora Star, «immensa cattedrale sull’acqua, che svettava sopra di noi, facendoci sentire delle formiche». Da lì in avanti il romanzo di Chiara Clini diventa palpitante, straziante, con pagine da batticuore. Non un classico romanzo storico, perché non perde mai di vista la dimensione psicologica delle figure principali e paradossalmente l’introspezione evocata meglio è quella che si agita in Wolf, personaggio sorprendente che cresce capitolo dopo capitolo. Non un romanzo che vive del semplice piacere di raccontare una storia, ma in cui si registra anche un chiaro afflato civile, la denuncia delle ombre e dei mali della storia novecentesca, e in modo tutt’altro che implicito il richiamo alle odierne tragedie del mare. Colto, ma mai noioso, L’ultima crociera di Chiara Clini è un inno alla lettura, un’occasione da abbracciare, un fuoco che riscalda, un romanzo che ci ricorda quanto è bello essere lettori.
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