Tasselli d’infanzie traumatiche, il male secondo David Machado

Emozioni dense, paura totalizzante e una sofferenza impossibile da placare in “Sotto la pelle” di David Machado, libro in tre parti. Analisi psicologica ben bilanciata da espedienti di trama in un romanzo che mostra il male fatto involontariamente agli altri, quando non si fanno i conti con i fantasmi del passato…

Sempre più raramente capita di imbattersi in libri in cui l’analisi psicologica dei personaggi sia ben bilanciata con gli espedienti di trama, creando intrecci e misteri che alimentano la curiosità del lettore ma mantenendo sempre l’introspezione come aspetto di rilievo e punto forte della narrazione. Questo è ciò che è riuscito a fare David Machado in Sotto la pelle (292 pagine, 20 euro), tradotto da Romana Petri (qui i suoi consigli di lettura per il nostro canale YouTubee pubblicato da Voland.

Il libro è diviso in tre parti in cui la continuità è garantita da alcuni personaggi cardine che contaminano la storia precedente. Ciascuna termina e ricomincia in un contesto sia temporale sia narrativo completamente diverso, in cui anche il registro di scrittura cambia assumendo la forma ora di racconto, ora di manoscritto ed infine di ricordo. Solo alla fine si avrà il quadro completo di questo puzzle, in cui ogni personaggio è un tassello della stessa storia.

Il puzzle

La protagonista della prima parte del libro è Júlia una ragazza che, a causa di una violenza subita, vive in uno stato di torpore dal quale non riesce a riemergere per proseguire normalmente la sua vita. Vuole evitare il contatto con gli altri perché ha perso la fiducia verso chiunque, finché l’incontro con una bambina del suo palazzo le farà compiere un gesto estremo e imprevedibile.

Nella seconda parte un uomo affitta la sua dependance ad una ragazza misteriosa.

Lui vive all’ombra di un trauma, temendo costantemente che possa accadere qualcosa di brutto alle persone che ama ed è disposto a tutto pur di proteggerle.

Lei è incapace di ricevere amore e per questo cerca inconsciamente di punire chiunque le dimostri affetto. Tutto è avvolto da una tensione latente che culmina in una violenza ingestibile ed inevitabile.

Nella terza parte un ragazzino vive confinato in una casa nel bosco iperprotetto da una madre ossessionata dalle sue paure irrisolte, che vorrebbe salvare tutti ma non riesce a salvare se stessa.

Vivere in questo clima lo fa sentire solo e limitato. La frustrazione e la voglia di rivalsa lo portano a registrare un memorandum di quei momenti, per quando sarà adulto.

Ma cosa hanno in comune queste persone?

Avevamo in comune l’eco infinita del dolore delle nostre infanzie, la vita ricoperta per sempre da una nebbia scura.

E non so cosa sarà peggio: il dolore o il ricordo che si infila nei pensieri, nella carne, nelle ossa, nelle parole, nell’anima, e contamina tutto. Per quanto una persona lotti, non è possibile sopravvivere al male che le hanno fatto.

Si può spezzare la catena del dolore?

Sotto la pelle di David Machado è un quadro della vita infestata da un trauma che segna e dalla desolazione che resta. E che può condizionare anche chi ci sta intorno, in un circolo difficile da interrompere.

Ci mostra il male che possiamo involontariamente fare agli altri se non risolviamo i nostri fantasmi del passato. Forse proprio per questo alcuni personaggi si ripresentano in tutte e tre le storie: per enfatizzare quel senso di condizionamento che genera un effetto domino anche se non sempre diretto e consequenziale, ma comunque parallelo.

La caratterizzazione dei personaggi attraverso la loro analisi psicologica conferisce al romanzo una componente emotiva densa come una nube che aleggia su ogni racconto, fitta ma impalpabile. Impalpabile in quanto, pur essendo un libro “sofferto” che ruota tutto intorno alla violenza, essa non è mai esplicitata a livello di immagini ma viene restituita al lettore nella sfera intima del percepito.

È un paura condizionante e totalizzante. È ciò che affiora in superficie quando sotto la pelle si cela un dolore che sembra impossibile da placare o dimenticare.

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