Marie Vareille tra amicizia, colpa e possibile redenzione

La Francia del nord, gli anni Novanta, la scomparsa di una ragazza, un uomo in carcere, una giornalista che torna a indagare. Ma in “Ti ricordi di Sarah Leroy?” di Marie Vareille sono al centro della scena, più che le dinamiche da thriller, la comunanza e la sorellanza delle protagoniste a partire dalla gioventù, i tormenti dell’adolescenza, il senso profondo della menzogna e della verità

Una fotografia degli anni Novanta, con tanto di musica e brand, e una vivisezione dell’amicizia, all’interno della cornice di un giallo collaudato, declinato soprattutto al femminile (e quindi entrano in gioco in modo incandescente rivalità e solidarietà), condotto con mano sicura, scandito da colpi di scena, concluso con un finale sorprendente. Il grande successo di pubblico in Francia e l’arrivo in grande stile in Italia, grazie alla casa editrice Rizzoli, è piuttosto meritato per Marie Vareille, transalpina che vive nei Paesi Bassi e che un paio di anni fa era già sbarcata nel Belpaese per l’editore Terre di Mezzo, con un libro per ragazzi, Se punti alla luna. Stavolta il pubblico potenziale, che non esclude i più giovani, è decisamente più vasto. Ti ricordi di Sarah Leroy? (325 pagine, 18 euro) è pieno di misteri, a cominciare dal soggetto che racconta la storia, che i lettori non capiranno subito.

Le Disincantate

La località balneare di Bouville-sur-Mer, nel romanzo di Marie Vareille, è inventata, ma la Costa d’Opale, sul canale della Manica, con la sua natura selvaggia e il mare grigiastro, è più che verosimile. Uno spazio che si sposa con l’affascinante alternarsi di ieri e oggi: vent’anni prima rispetto al presente la scomparsa dell’adolescente Sarah Leroy, figlia del sindaco, ha destabilizzato una cittadina e ha toccato profondamente tutta la Francia; adesso sulle tracce di quel tragico evento – per cui è finito in carcere un uomo sempre dichiaratosi innocente, Éric, fratellastro della presunta vittima – si è messa una giornalista, Fanny, che torna sui luoghi del delitto per il funerale della madre, e rivede sua sorella Angélique («I suoi occhi azzurri, i capelli così biondi e i lineamenti così fini, per non parlare del sorriso, “una vera Lolita”»), l’amica più cara di Sarah; il giornale per cui lavora Fanny – che è accompagnata dalla figliastra Lilou, che non la ama e colleziona punizioni a scuola… – vuole una specie di reportage commemorativo della scomparsa. Un lavoro che diventerà l’occasione per rovistare nel passato, nella famiglia disfunzionale di Fanny, nella grande amicizia tra Jasmine, Morgane, Sarah e Angélique, improvvisamente interrotta all’inizio delle superiori fra queste ultime due. Si battezzano le Disincantate e si promettono sostegno reciproco, fedeltà, assenza di competizione. La vita, però, frantumerà i loro ideali e i loro piani, e la scomparsa di Sarah – brava studentessa, di famiglia benestante – metterà a soqquadro più di una vita.

Un vecchio delitto, nuovi equilibri

Si alternano punti di vista e piani temporali sfalsati, si condannano senza appello maschilismo, patriarcato e tutti gli pseudopensieri a essi collegati. Si scopre una scrittrice abile a trascinare dentro le sue storie godibili, piene di ritmo e coerenza. Fanny, spinta da una molta coinvolta Lilou, avvierà un’indagine personale che potrebbe mettere in discussione quel che si sa della scomparsa di Sarah, lontana nel tempo e ancora oscura. Leggendo Ti ricordi di Sarah Leroy? si fanno i conti naturalmente con un mistero e con un caso giudiziario, a caccia di mistificazioni, ma principalmente, senza paura, si riflette sulla complicità che nasce da giovanissimi, sui tormenti del passaggio più difficile, quello adolescenziale, sui legami che segnano un’intera esistenza, sul senso profondo della menzogna e della verità. Dietro il rinnovato interesse per un vecchio delitto si cela forse la possibilità di ricucire rapporti lontani e vicini nel tempo, a trovare nuovi equilibri? Ci sarà spazio per perdono e redenzione?

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