Un padre e un figlio protagonisti di un particolare romanzo on the road, “Io ti porterei” di Nicola Mariuccini. Tra atmosfere funebri e comiche, una scrittura matura e robusta ma dal tono e dal ritmo discontinuo
Grottesco e surreale insieme, Io ti porterei (134 pagine, 17,50 euro) di Nicola Mariuccini, edito da Castelvecchi, è un libro on the road dove il viaggio claudicante e tormentato con il feretro della nonna diventa l’occasione per fare un tuffo nel passato e ricostruire la storia e le scelte di vita della defunta, al netto delle architetture sociali e storiche in cui la stessa è vissuta.
Domande e risposte
In questa immersione, un padre e un figlio si confrontano tra loro, ciascuno con le proprie caratteristiche, ciascuno con le proprie domande ed i propri valori di riferimento e ognuno con le proprie risposte alle quali appigliarsi per avere ragione sulle decisioni assunte nel corso della propria esistenza. Indubbiamente dotato di una scrittura matura e robusta, il libro – che pure contiene degli acuti particolarmente avvincenti e delle riflessioni introspettive di evidente fattura – alterna momenti in cui la lettura sembra prendere il volo ad altri in cui, diversamente, il tono si abbassa e il ritmo scema di un’ottava.
La sfida
Non è ben chiaro dove l’autore voglia andare a parare e quale sia davvero il fuoco della narrazione, ma forse è proprio questa la sfida di Nicola Mariuccini che, al di là delle atmosfere funebri e quasi comiche nelle quali ci si imbatte pagina dopo pagina, esige uno sforzo di comprensione ulteriore per carpire il senso profondo di una lettura che non si lascia conquistare facilmente.
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