Dürrenmatt, più difficile sopportare la fortuna che la sfortuna

Un apologo della meschinità del destino, dalla feroce penna di Friedrich Dürrenmatt. Questo è “Greco cerca greca”, che racconta di un piccolo impiegato improvvisamente baciato dalla buona sorte – anche in amore – che però finirà, come è cominciata…

“Greco cerca greca”. Con questo annuncio su “Le Soir”, Arnolph Archilochos che, oltre al nome, di greco ha solo un avo emigrato in Francia a metà del ‘400 ai tempi di Carlo il Temerario, spera di dare una svolta rosa alla sua vita grigia con un legame benedetto dai gloriosi fasti di quell’epica patria mai conosciuta.

Una vita modesta, una risposta incredibile

Arnolph ha una scala di valori etico morali molto precisa in base alla quale classifica politici, religiosi e imprenditori a cui si ispira. Sottocontabile presso una ditta che produce forcipi e cannoni (sembra un ossimoro ma tant’è, di economia si tratta) palliduccio, occhialuto, un po’ adiposo, bullizzato da colleghi e conoscenti, col suo modesto stipendio mantiene se stesso e la numerosa famiglia del fratello, scansafatiche e mezzo delinquente. Vive in una mansarda fatiscente e consuma pasti frugali in una modesta osteria gestita dai coniugi Bieler, le due figure più vicine al concetto di “amici” con cui ha rapporti.
Incredibile ma vero, all’annuncio risponde «una donna che meglio di così non la si può sperare». Bellissima, giovane, elegante e disposta a sposarlo.

Le vette del jet-set, la caduta

Com’è come non è, la vita del nostro Fantozzi si ribalta. Promosso senza un motivo apparente ai vertici dell’azienda, ormai facoltoso, ossequiato e addirittura investito di una prestigiosa onorificenza religiosa, conquista le vette del jet-set.
In un primo momento annichilito, si adatta presto ai benefici di questa ambigua e inaspettata buona sorte.
Ma si sa, non è tutto oro quello che luccica ed “è molto più difficile sopportare la fortuna che la sfortuna”, che presto finisce così come è cominciata.
In Greco cerca greca (141 pagine, Adelphi, con traduzione di Margherita Belardetti) sempre feroce, caustico, caricaturale, Friedrich Dürrenmatt, col sarcasmo smaschera meschinità e pone interrogativi. Si fa beffa anche del lettore, e si diverte a proporre due finali.

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