La crisi irreversibile del fascismo e la caduta del duce nel quarto volume dedicato al dittatore da Antonio Scurati, “M. L’ora del destino”. Con stile viscerale e lirico rievocate l’illogicità e la drammaticità di tutte le mosse sbagliate dell’uomo che più di tutti ebbe responsabilità materiale e morale del sacrificio di un popolo
La consunzione del Partito fascista. La tragedia bellica. La caduta di Mussolini. Questi sono i tre principali cardini sui cui si regge la quarta opera di Antonio Scurati sulla parabola mussoliniana, dal titolo M. L’ora del destino (672 pagine, 24 euro), edita da Bompiani. Con una scrittura che ha pochi eguali in Italia, forte di uno stile letterariamente esuberante, teatrale, viscerale e lirico, lo scrittore partenopeo ripercorre i complessi anni che hanno visto l’Italia entrare in guerra e scontrarsi con un avvenimento storico alla quale lei non era sufficientemente preparata.
Giorni luttuosi
Le morti degli ignari fanti italiani mandati a morire senza equipaggiamenti, il rapporto impari e predatorio con la Germania nazista, i vertici militari assolutamente incapaci di gestire il conflitto che loro stessi avevano dato avvio, tutto riecheggia nelle pagine di questo libro che si propone come uno spaccato romanzato di quei giorni luttuosi nei quali si decisero le sorti della Patria e di chi, a quel tempo, la guidava: il duce d’Italia.
Dal buco della serratura
Una descrizione minuziosa, ma mai pesante, spia dal buco della serratura una delle pagine più tristi del nostro Paese, votato ad un sacrificio estremo di cui viene chiamato a rispondere colui che più di tutti ne ebbe la responsabilità morale e materiale. Sulla figura di Mussolini – e di tutti i gerarchi che, a vario titolo lo circondarono, prima adulandolo, poi tradendolo – insiste spietato Scurati, nel cui libro è riuscito a riesumare tutta la drammaticità e l’illogicità di alcune scelte che volevano sfidare la Storia, ma che da questa furono poi severamente punite.
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