Desideri e certezze che si traducono in 50 idee regalo per Natale. Naturalmente stiamo parlando di libri. Alcune fra le firme più discole e insospettabili di LuciaLibri hanno disatteso le consegne – indicare un solo titolo desiderato come regalo e uno come possibile regalo da fare – sono state indisciplinate, ma comunque hanno ottenuto l’indulgenza plenaria, in virtù della bellezza delle proposte, che si sommano a quelle degli anni passati; per sbirciarle basta cliccare su 2023, 2022, 2021, 2020 e 2019…
Proust & D’Arzo
A dicembre si arriva troppo presto. Il preludio autunnale, dolce e quieto, passa velocemente. Per questo, a venti anni o poco più, decisi di regalarmi, sotto l’albero, La Recherche proustiana. Ne lessi un volume all’anno, arrivando così alla soglia dei trent’anni. Ecco, è questo il libro che ci vuole sotto l’albero e che regalerei con lo stesso entusiasmo dei lontanissimi vent’anni.
Cosa vorrei per me, invece? Vorrei un libro che mi dicesse: la prospettiva della democrazia è ancora luminosa, le spinte nichiliste e individualiste sono un brutto sogno, il millenarismo imperante avrà vita brevissima. Temo non ci sia un libro simile. E allora? Cosa potrei aspettarmi in dono? Un libro di Sciascia o Consolo? Purtroppo, o per fortuna, li abbiamo letti tutti. C’è, forse, un libro che vorrei riavere tra le mani, poiché ne lessi in passato solo alcuni racconti: Casa d’altri di Silvio D’Arzo. Ecco, questo mi piacerebbe ricevere in dono. (Luca Alerci, qui tutti i suoi articoli)
Pincio & Millanta & Howard
Per questo imminente Natale avrei tanti desideri, ma mi limito a esprimerne uno solo, per la cocente curiosità con cui guardo al ritorno in libreria di Panorama di Tommaso Pincio. La prima edizione, nel 2015, fu pubblicata da NN, la nuova esce per Sellerio, ed è stata rivista. Pincio è un anomalo grande scrittore e quello che aveva pubblicato nove anni fa mi era già sembrato un classico. Protagonista è Ottavio Tondi, che di mestiere legge manoscritti per un grande editore. Un primo volume che, invece, regalerò è il primo scritto da Peppe Millanta, Vinpeel degli Orizzonti, pubblicato da Neo edizioni: un tripudio di personaggi e storie, un catalogo di emozioni, protagonista, in un luogo immaginario (Dinterbild), un ragazzino, Vinpeel, tra gli adulti, unico giovanissimo del luogo finché non arriverà Mune, una sua coetanea. Un secondo regalo di Natale, destinato a un appassionata dell’autrice, è una recente uscita Fazi, ovvero il romanzo di debutto di Elizabeth Jane Howard, Una vacanza incantevole. (Arturo Bollino, qui tutti i suoi articoli)
Harvey & Scurati
Kolbert & Bernardini
Ega & Ribeiro & Sinigaglia & Palomba
Maugham & Fitzgerald
Un libro che ho scovato anni fa nella libreria dei miei nonni e al quale penso come ad uno dei loro ultimi regali è Il filo del rasoio di W. S. Maugham, edito da Adelphi. Un libro che, non può essere un caso, mi ha segnata profondamente in un momento particolare della vita. Motivo per cui lo regalai anche a mia sorella e lo regalerei a chiunque abbia la curiosità di approcciarsi a questo autore.
Maugham è uno dei protagonisti del libro ed è la voce narrante che vive i fatti e li racconta. Nonostante ciò riesce ad essere imparziale sulle vicende e a descriverle in modo oggettivo senza dare un parere personale sugli accadimenti. Al contempo, però, le descrizioni dei personaggi, sia a livello fisico che caratteriale, sono frutto delle sue osservazioni più profonde. Riesce insomma a mantenere un sorta di intimo distacco. Non giudica ma espone con partecipazione. Questo non è da sottovalutare nel contesto di un libro che porta inevitabilmente a porsi molti interrogativi.
Quanto conta davvero l’amore di fronte agli interessi più terreni?
Cosa siamo realmente disposti a sacrificare per perseguire un obiettivo?
Chi vive realmente sul filo del rasoio, chi per assecondare il proprio istinto rischia di non avere mai una vera stabilità o chi fa di tutto per restare in bilico su una vita apparentemente solida ma in costante oscillazione?
I libri che invece vorrei ricevere sono… ah posso dirne solo uno? Ma non è giusto io ne voglio tanti! Allora facciamo così, veniamoci incontro: vorrei I grandi racconti del mio amatissimo Francis Scott Fitzgerald che vale come un libro solo, ma è diviso in due volumi, per un totale di 1380 pagine. Una selezione dei più bei racconti che lo stesso autore scelse di pubblicare durante la sua carriera, editi per la prima volta tutti assieme in Italia da Minimum Fax. Così da leggere ne avrò per un bel po’. (Manuela D’Angelo, qui tutti i suoi articoli)
Barbujani & Teller
Arslan e Ferrari & Finkelstein
È legittimo domandarsi come mai tanto accanimento distruttivo abbia avuto luogo per così dire “a freddo”, in un momento apparentemente qualunque, lontano dalla guerra. Un genocidio culturale di cui si parla veramente troppo poco, forse anche per l’importanza crescente dell’Azerbaigian nell’approvvigionamento energetico di molti paesi, a partire dal nostro.
Il libro di Antonia Arslan e Aldo Ferrari (a cura di), Un genocidio culturale dei nostri giorni. Nakhichevan: la distruzione della cultura e della storia armena (Edizioni Angelo Guerini e Associati, Milano, 2023), è il primo che vorrei regalare e ricevere perché aiuta a meglio comprendere l’effetto devastante che si ottiene aggredendo un popolo “uccidendo” la sua cultura.
“L’industria dell’Olocausto di Finkelstein si incentra sull’analisi di due tesi fondamentali: i tedeschi e soltanto loro devono assumersi la responsabilità di fare i conti con il proprio passato, le élite ebraiche americane sfruttano l’Olocausto nazista per ottenere vantaggi politici e finanziari. La pretesa che l’Olocausto faccia parte della memoria americana è un alibi morale. Fa sì che si eviti di assumersi quelle responsabilità che davvero spettano agli americani nel momento in cui affrontano il proprio passato, il proprio presente e il proprio futuro. Nell’analisi di Finkelstein l’industria dell’Olocausto è una rappresentazione ideologica dell’Olocausto nazista. Un’arma ideologica indispensabile, grazie alla quale una delle più formidabili potenze militari del mondo, con una fedina terrificante quanto a rispetto dei diritti umani, ha acquisito lo status di vittima, e lo stesso ha fatto il gruppo etnico di maggior successo negli Stati Uniti.”
Il secondo libro, che è invece una lettura altrettanto impegnativa e complessa ma che apre nuovi e inaspettati orizzonti per la comprensione di un fenomeno di cui solo in apparenza si parla e si discute tanto ma che, in realtà, rimane un grande mistero, è stato scritto da Norman G. Finkelstein: L’industria dell’Olocausto. Lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei, Meltemi Editore, Milano, 2024. (Irma Loredana Galgano, qui tutti i suoi articoli)
Baudelaire & Bettini
Consigliatami da un caro alunno (eh sì, gli adolescenti leggono ancora e non letteraturaccia!) l’edizione che mi piacerebbe ricevere è stata pubblicata da Bur nel 2021: Les fleurs du mal arricchita dalle illustrazioni del celebre artista Carlos Schwabe che fece delle decorazioni floreali il suo segno distintivo tanto da essere considerato tra i padri dell’art déco. La casa editrice ha riproposto in versione deluxe la pregiata opera apparsa nel 1900. «Ces fleurs maladives» che si intrecciarono a quelli sinuosi e a tratti inquietanti di Schwabe, continuano a spingere i lettori «au fond de l’inconnu pour trouver du nouveau».
Mi sento di consigliare il saggio di Maurizio Bettini dal titolo Homo sum. Essere “umani” nel mondo antico (Vele Einaudi 2019). Si tratta di una interessante quanto rivelatrice riflessione su alcuni dei valori fondanti del mondo occidentale tanto decantati ed esaltati, ma mai come oggi bistrattati e disattesi: dal’obbligo ricordato da Virgilio di mostrare la via a chi l’ha perduta, continuando con il dovere di accogliere chi è in difficoltà estreme, fino a una considerazione illuminante sul senso della communitas. Per chi non ha fatto studi classici e per chi vuole rispolverare le radici del pensiero “umano” (Maria Grazia La Malfa, qui tutti i suoi articoli)
Labbate & Venezis & Cartarescu
C’è un romanzo capostipite di un genere che… mi manca. Ho letto i successivi firmati dal siciliano Orazio Labbate, ma non Lo scuru, riproposto da Bompiani, a dieci anni della prima edizione per Tunuè. Se qualcuno sta leggendo queste righe, è un desiderio che potrebbe essere esaudito come regalo di Natale. Quel che regalerei – allo scopo di far conoscere, un grandissimo scrittore non ancora sufficientemente apprezzato in Italia – sono due libri del greco Ilias Venezis, che fanno parte del raffinato catalogo delle edizioni Medhelan: Il numero 31328 (qui l’articolo) e Terra eolica (ne abbiamo scritto qui); il primo racconta di un genocidio cancellato dalla storia, la devastazione dei greci d’Anatolia per mano turca, il secondo di una terra e di un popolo, prima che addosso a loro piombasse l’efferata mano turca. Altro possibile regalo è un vecchio libro di Mircea Cartarescu, pubblicato da Voland, ovvero Perché amiamo le donne. Un titolo, e un libro, che dicono tutto. (Giovanni Leti, qui tutti i suoi articoli)
Link & Lemebel & Saroyan & Günday & Cavina
Desideri librari infiniti, tanta curiosità per una delle novità di Mercurio Books, giovane interessante casa editrice, ovvero The book of love di Kelly Link. Per questo Natale, in omaggio alla dolorosa scomparsa di Claudia Tarolo, anima di Marcos y Marcos, regalerò alcuni dei più bei titoli di questa casa editrice milanese, fieramente indipendente e di qualità eccelsa. Penso a Ho paura torero di Pedro Lemebel, La commedia umana di William Saroyan, A con Zeta di Hakan Günday e Un’ultima stagione da esordienti di Cristiano Cavina (Salvatore Lo Iacono, qui tutti i suoi articoli)
Franchini & Milani
Il romanzo che regalerei è Il fuoco che ti porti dentro (Marsilio) di Antonio Franchini perché è un romanzo-memoir (ne abbiamo scritto qui e qui) che prende spunto dalla memoria emotiva del narratore per effettuare in forma omodiegetica una sorta d’indagine sulla vita, le passioni, gli odi della madre, insomma per descrivere con maestria
«il fuoco che lei si porta dentro», senza, tuttavia, escludere anche momenti del tutto comici. Il romanzo che vorrei ricevere in regalo è Erba verde è il nostro letto, 8tto edizioni, di Marina Milani, perché è un romanzo familiare che, pur attraversando la vita e le vicende di varie generazioni, ha di fatto come vera protagonista la natura in tutte le sue manifestazioni, pertanto induce a riflettere anche sulla crisi climatica e sulla opportunità di lottare per salvare il pianeta. (Francesca Luzzio, qui tutti i suoi articoli)
D’Ayala & M. Loy & Fitzgerald & Pugliese & Aslam
Lancio più di un’idea, così le persone che mi vogliono bene possono… scegliere. Si scherza, cari consanguinei e parenti, non sentitevi in obbligo. Per Natale, sotto l’albero, mi piacerebbe trovare: Romanzo per due rivoluzioni di Francesco D’Ayala e Una storia ungherese di Margherita Loy, entrambi pubblicati da Atlantide, Le disavventure di Pat Hobby di Francis Scott Fitzgerald, edito da Mondadori, e La nave nera del leggendario Nicola Pugliese, raccolta di racconti rilanciata dall’editore Polidoro. Sul regalo che farò nessun dubbio e nessun alternativa: sto pensando alla nuova edizione de Il libro dell’acqua e di altri specchi (add) di Nadeem Aslam, un romanzo (ne abbiamo scritto qui) totalizzante, uno di quelli in cui un lettore si immerge, uscendone cambiato. (Vicky Maniero, qui tutti i suoi articoli)
Gunnarson & Rishøi
In perfetto mood natalizio, quest’anno le mie letture consigliate e desiderate sono favole nordiche e sono targate Iperborea.
Il Pastore d’Islanda di Gunnar Gunnarsson è il mio regalo per i lettori: un classico della letteratura nordica, che sembra aver ispirato anche Hemingway per Il vecchio e il mare ed è considerato il vero canto di Natale islandese.
Protagonista di questa favola di Natale è Benedikt, il pastore che ogni Avvento intraprende un viaggio che lo porta sui gelidi altipiani islandesi, alla ricerca delle pecore smarrite.
Quel viaggio era come una poesia, con rime e parole magnifiche che restavano nel sangue
Man mano che ci addentriamo con Benedikt nel bianco accecante della landa innevata, ci spogliamo delle nostre superficialità e ci ritroviamo nudi e indifesi a interrogarci sulla vita, sul mondo e su Dio.
Un piccolo gioiello letterario che ci invita ad addentrarci nel significato più puro del simbolismo religioso e ci sprona a ritrovare il senso nascosto della nostra condizione di esseri umani.
Dal viaggio onirico nel tempo e nell’anima di Gunnarsson, passiamo ad una favola contemporanea scritta da una delle più importanti scrittrici norvegesi: La porta delle stelle di Ingvild Rishøi.
Una favola natalizia che rievoca le atmosfere di Lindgren, Dickens e Andersen, ma anche un lucido racconto della contemporaneità, in equilibrio tra la magia dei sogni infantili e la durezza della vita ai margini della società. Così cita la sinossi e a me non rimane che metterlo in cima alla lista dei desideri.
Buon Natale e buone favole a tutti! Dai folletti e da me ,-) (Patrizia Picierro, qui tutti i suoi articoli)
Barnett & Soldera
Fosse & Bell e Woolf & Cazzullo & Sexton
A Natale quest’anno regalerò…
sicuramente Ascolterò gli angeli arrivare di Jon Fosse, Crocetti editore, perché è un libro (qui l’articolo) magnetico, mistico e visionario, per animi sensibili ed errabondi, sospesi tra Cielo e Terra, sognatori e anelanti l’Infinito, quello dell’Oltre interminato e sovrumano, invisibile eppure immanente. Lo regalerò anche perché da tempo ormai penso e ripeto, mentalmente o ad alta voce, come se fosse un mio mantra, che senza poesia non so più stare. Così ora, dopo averli letti, senza Fosse e i suoi versi non riesco più a stare né so cos’altro regalare…
Oltre a Fosse, regalerò (e mi regalerò) anche Vanessa Bell, Virginia Woolf, Se vedi una luce danzare sull’acqua. Lettere tra sorelle 1904-1941, a cura di Liliana Rampello, il Saggiatore, perché tutto ciò che gravita attorno a Virginia Woolf e alla sua scrittura mi affascina e appassiona l’amica fraterna cui regalerò questo epistolario, una lettrice forte e bookblogger, che segue e legge anche LuciaLibri e che, spero, non leggerà anzitempo queste brevi note, altrimenti il regalo sarà svelato e… la sorpresa forse svanirà, sicuramente non la gioia e il desiderio irrefrenabile di intraprenderne immediatamente la lettura, ché la conosco… a Virginia non sa resistere.
Mentre sotto l’albero mi piacerebbe trovare…
Il Dio nei nostri padri di Aldo Cazzullo, in quando la Bibbia è il libro dei libri, anzi è “il grande romanzo” (come suggerisce anche il sottotitolo del volume di Cazzullo), che è all’origine non solo della nostra civiltà, ma anche di ogni narrazione, e rileggerlo nelle lente e rilassanti giornate delle festività natalizie, nell’interpretazione e commento di una penna brillante quale quella di Cazzullo, mi sembra un’ottima opportunità per ritrovare le storie dei nostri padri – e madri – e per gustare i momenti di relax che le festività ci offrono.
Mi piacerebbe, poi, ricevere le Poesie d’amore e le Poesie su Dio di Anne Sexton nell’edizione di Le lettere, cui aggiungerei anche (Babbo-Libri-di-Natale dovrà essere generoso con me, sono stata particolarmente brava quest’anno! Anzi, lo sono – quasi – sempre!) Trasformazioni e Il libro della follia, sempre della Sexton, editi da La nave di Teseo, perché vorrei conoscere meglio la versificazione e, più in generale, la scrittura di questa straordinaria scrittrice e donna, fragile e trasgressiva, geniale e rivoluzionaria, tra le più importanti del secolo scorso. Che dite, le mie richieste saranno esaudite? (Flavia Todisco, qui tutti i suoi articoli)
Mansbach & Kaniuk
Fra le ultime uscite un libro che suscita il mio interesse – lo precede la fama di romanzo esilarante, colmo di situazioni spassose, ma che fa pensare a tanti temi seri e attuali – è Il Golem di Brooklyn di Adam Mansbach, proposto dalle edizioni Sur; il gigante della tradizione ebraica sbarca a New York e ne succedono di tutti i colori. Spero che qualcuno si ricordi di me e lo faccia trovare sotto il mio albero di Natale. Quanto ai regali che farò, c’è un libro che non è un instant book, ma percorre le vene pulsanti del conflitto israelo-palestinese, attraverso un personaggio che appartiene a entrambi i popoli: Yosek, figlio dell’ebrea Eva e dell’arabo Azury. È il protagonista di un volume tragico e poetico che non può mancare tra i libri di una casa, è Un arabo buono di Yoram Kaniuk, immenso scrittore scomparso nel 2013. (Micol Treves, qui tutti i suoi articoli)
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