L’unico fuggitivo mai ritrovato, il romanzo sociale di Chalandon

Una storia vera, raccontata da un personaggio verosimile, è “La furia” di Sorj Chalandon. In un’isola bretone, ai primi del Novecento, fu creata una sorta di brutale Alcatraz per minorenni. In cinquantasei riuscirono a evadere, fuggendo da violenze e abusi, e furono tutti ripresi, tranne uno… 

Nel 1902, il Ministero di giustizia francese inaugurò una colonia penale sulla Belle-Île-en-Mer, isola bretone nell’Oceano Atlantico. Quello che doveva essere un modello di accoglienza per orfani e bambini abbandonati, divenne invece un’Alcatraz per minorenni, un campo di prigionia, di violenza e di abusi. Piccoli vagabondi, niente più che rubagalline, vivevano costretti all’inferno, vessati e sfruttati, senza alcuna possibilità di riscatto.

Chasse à l’enfant

Il 27 agosto 1934, in seguito ad una rivolta, 56 detenuti riuscirono ad evadere. Le autorità offrirono 20 franchi, “l’equivalente di quattro pagnotte di tre chili”, a chiunque catturasse un evaso, vivo o morto. Si scatenò così una “Chasse à l’enfant” sfrenata e disumana, in cui s’impegnarono, con solerzia, «un branco di persone oneste»; il piccolo mondo di isolani e qualche turista giustiziere. Furono tutti ripresi, riportati alla colonia e puniti ferocemente. Tutti, tranne uno. Questa è la sua storia, raccontata nel romanzo La furia (336 pagine, 19 euro), tradotto per Guanda da Silvia Turato. L’autore è Sorj Chalandon che, a sua volta, è stato un bambino educato col nervo di bue e minacciato di finire in un istituto di correzione da un padre brutale e violento, dà un nome e un volto a quel ragazzino scomparso e mai ritrovato.

Un grido di rivolta

Jules Banneau, “la Tigna”, è un piccolo boss, sa leggere, scrivere e contare ma, per sopravvivere, si è trasformato in una bestia che sfoga la sua furia immaginandosi di uccidere («Uccidere per finta era il mio ossigeno».) Il suo racconto è un grido di rivolta, di rabbia infuocata ed esplosiva. Sembra di vederlo, i pugni e le mascelle che si stringono, le nocche delle mani che sbiancano, le ferite sul corpo, e dell’anima, che si lacerano.

Brutale e commovente

Sebbene seguire le avventure picaresche di Jules, e non sapere fino all’ultimo se riuscirà a farla franca, crei una suspence degna di un thriller, chi conosce Chalandon sa che non fa intrattenimento. La furia è un romanzo sociale, duro, brutale e commovente perché è una storia vera, raccontata da un personaggio verosimile, un eroe dimenticato, l’introvabile cinquantaseiesimo.

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