Approfittarsi di un’adolescente senza strumenti adeguati contro la pervasività. È quello che fa un agente della Stasi con Karen, protagonista de “I confidenti” di Charlotte Gneuss. Una storia dal passato che serve a mettere a fuoco anche i pericoli del presente e qualche domanda: se l’ambiente circostante non fornisce, come si possono proteggere e rendere consapevoli i più giovani?
Avere 16 anni è complicato, averli in un contesto di controllo sociale estremo può essere una trappola per lo sviluppo della propria identità.
Questo il messaggio che ho fatto mio leggendo il libro I Confidenti (224 pagine, 17 euro) di Charlotte Gneuss, pubblicato in Italia da Iperborea, con la traduzione di Silvia Albesano.
Il romanzo è ambientato a Dresda negli anni ‘80 del ‘900, nella Germania Est in cui ogni individuo è controllato da un potere pervasivo e tentacolare.
Protagonista è Karen, una sedicenne che vive in un contesto problematico, obbligata ad occuparsi di un sorellina molto piccola tra una madre che cerca di sfuggire alla propria dimensione, un padre poco presente e una nonna invadente.
L’amore difficile
Karen riversa tutta la sua voglia di libertà in Paul, il suo primo amore, un ragazzo che al contrario non mette Karen al centro e che farà perdere le sue tracce scappando all’Ovest senza la ragazza a parte dei suoi progetti.
Alla dimensione personale della perdita del ragazzo di cui è innamorato e alla situazione di incomprensione e carico emotivo vissuta in famiglia, si aggiunge per Karen la dimensione pubblica della scomparsa di Paul a causa delle attenzioni che le riserva la STASI.
È un agente della STASI ad avvicinare Karen per carpire informazioni relative alla fuga del giovane, per capire se anche la ragazza sia coinvolta, cosa e quanto sappia, se possa ricondurli ai fuggiaschi.
Karen, nella totale solitudine della sua situazione, si confida prima e si affida poi all’agente Wickwalz che, con metodi psicologicamente subdoli, riuscirà a trasformare Karen in una collaboratrice.
Un sistema efferato e cinico
Il romanzo interessa non tanto per la trama, quanto per la capacità di Gness di rappresentare un mondo con frasi secche, sottili osservazioni sull’ambiente, uno sguardo tagliente su un contesto tanto spoglio da sembrare squallido dove la solitudine e la frammentazione sociale emergono come caratteristiche intrinseche al sistema.
E proprio il sistema si manifesta in tutta la sua efferatezza e in tutto il suo cinismo non esitando a usare, strumentalizzare un’adolescente sguarnita degli strumenti adeguati a far fronte alla sua pervasività.
Il punto del romanzo è proprio questo, come può un’adolescente proteggersi dall’ambiente circostante quando questo non fornisce alcuno schermo, alcun freno alla strumentalizzazione e all’uso dei minori?
I pericoli del passato e del presente
Ho letto la contestualizzazione nella DDR come una denuncia del passato, ma anche come la denuncia del pericolo attuale.
Karen vede Wickwalz sempre da sola, nessuno sa dei loro incontri, nessuno può opporsi a quello che succede esattamente come oggi i nostri sedicenni, quattordicenni e, non di rado, bambine e bambini incontrano persone o situazioni attraverso il web, incontri che noi adulti non possiamo controllare e di cui spesso, troppo spesso, non siamo a conoscenza.
Questa segretezza, questa capacità di creare per i minori un mondo parallelo attraverso l’illusione di essere importanti e di poter essere liberi rappresenta il pericolo maggiore di perdere la/il minore in un dedalo di para-realtà che la/lo porta lontano, distorcendo la percezione e creando traumi a volte insanabili.
Resta la domanda: come proteggere le e i minori? Come renderle/renderli consapevoli? Di quali strumenti possiamo dotarle/dotarli per sviluppare un senso critico tale da poter discernere cosa è loro amico e cosa è nemico?
Se i problemi correlati alla crescita e allo sviluppo delle persone hanno posto quesiti in passato obbligando gli adulti ad assumere sempre più consapevolezza e ad adottare, oltre alla capacità di ascolto e di comprensione, anche la capacità di linguaggio e di dialogo, oggi questi problemi si pongono allo stesso modo ma in un ambiente sociale completamente nuovo in cui sono presenti strumenti poco comprensibili persino ad adulti consapevoli. La sfida è gestire questo ambiente perché non fagociti le nostre bambine, le nostre ragazze, i nostri bambini, i nostri ragazzi.
Questo libro obbliga a una riflessione intensa e potente sulla necessità strutturale di regole da parte del politico che siano condivise e conosciute dal privato.
Seguici su Facebook, Twitter, Instagram, Telegram, WhatsApp, Threads e YouTube. Grazie