Garigliano, siamo tutti sopravvissuti in lotta con le ossessioni

“A ciascuno il suo terrore” del siciliano Alessandro Garigliano interroga i fragili equilibri di tutti noi, indaga la lotta alle angosce e ai sensi di colpa, il confronto impari con tutto quello che deflagra vicino a noi. E per farlo racconta come è cambiata la vita di un uomo, salvatosi da un presunto attacco terroristico, alle prese con una perenne crisi sentimentale con la donna che ama, e ammaliato, ammalato di tv, di una serie che sprizza violenza e tabù

Il cursus honorum del siciliano Alessandro Garigliano recita più o meno così: scuola Holden, segnalato al premio Calvino, sceneggiatore per la società di produzione Magnolia, lettore per la casa editrice Ponte alle Grazie e romanziere in proprio, con importanti consensi critici dopo Mia moglie e io (Liberaria), Mia figlia, don Chisciotte (NN) e l’ultimo in ordine di tempo per Terrarossa edizioni, A ciascuno il suo terrore (178 pagine, 16 euro), romanzo con personaggi senza nome, che si staglia in una collana felice dove si trovano anche titoli di Ezio Sinigaglia, Enrico Macioci, Cristò, Daniele Petruccioli, Carlo Bertocchi.

Una dipendenza morbosa

Non mi pare sia solo la donna che amo ad aver superato o voluto rimuovere la catastrofe in piazza. In realtà, credo che quello spettacolo eclatante e terribile si sia trovato un angolo d’ombra all’interno di ogni individuo e da lì non smette di irradiare angoscia a bassa frequenza.

La voce narrante (qui poco dopo la metà del libro) ha iniziato il racconto spiegando d’esser stato coinvolto in un presunto attacco terroristico, in una piazza, nel corso della diretta su maxischermo di una finale di Champions League (qualcosa di simile accadde a Torino pochi anni fa), attimi di terrore e fuga, in cui perse di vista la sua compagna. A questo trauma, alla ricerca del presunto attentatore e all’approfondimento dei più importanti attacchi terroristici degli ultimi anni in Europa, il protagonista alterna il racconto di un’altra ossessione, la dipendenza morbosa da una inquietante serie tv, in cui si moltiplicano le violenze insensate e gratuite, orrori assortiti, quasi senza fine, eppure affascinanti agli occhi dell’anonimo telespettatore.

Naturalmente sono sconvolto. Mi pare impossibile che una serie televisiva abbia affrontato un tabù di tale potenza. Il cannibalismo oggi è stato rimosso del tutto dalla società – eccetto che nelle sue forme marginali e patologiche. Nessuno ne studia più le cause o la diffusione. Dopo questa puntata, però, decido di approfondire. Sono curioso di immergermi in una cultura sospesa tra mito e realtà. Voglio studiarne il linguaggio: nel mio confuso e virtuale desiderio di conoscere quante più vite possibili, la repulsione degenera nell’attrazione.

La paura dell’empatia

Vorrei non sentirmi più in colpa. La donna che amo in fondo mi aveva chiesto soltanto di starle vicino. Ma l’empatia mi suscita una tale paura che reagisco alla sofferenza in modo maldestro.

Si dipana così un romanzo che dal capitolo zero iniziale, dopo trentuno capitoli numerati, giunge a un capitolo zero finale. Il protagonista, sommelier che sta con una ragazza molto più giovane di lui, entra in un tunnel in cui la crisi della sua relazione, perenne ma forse mai definitiva, sembra… il problema minore. Mentre ragiona e rimugina, perde pezzi, a cominciare dal lavoro in un ristorante; traumi e catastrofi gli rimbombano dentro, paralizzandolo. Le ferite della vita e la solitudine sembrano accerchiarlo, la paranoia lo ghermisce, e si trasforma implacabilmente in un’altra persona. Uno che si convince di aver trovato il responsabile della strage in cui è stato coinvolto, e che prova ad avvicinarlo. Inesorabile, spietata foto dell’oggi A ciascuno il suo terrore di Alessandro Garigliano interroga i fragili equilibri di tutti noi, la lotta alle angosce e ai sensi di colpa, il confronto impari con tutto quello che deflagra vicino a noi, dentro di noi. È un romanzo su un sopravvissuto, sulla sopravvivenza, che riguarda tutti, in modalità diverse, ma con eguale senso di mostri da combattere. Alessandro Garigliano, questo giovane scrittore che s’avvicina ai cinquant’anni, si è immerso fino al collo nei nostri giorni bui e disperati e ne ha tirato fuori un romanzo che può continuare a parlarci ancora per molto tempo.

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