“La legge delle colline” è il terzo episodio della nuova serie di Chris Offutt su Mick Hardin, un altro bellissimo romanzo. Il riuscito protagonista è un veterano di guerra che arriva nel paese dove la sorella sceriffo indaga su un omicidio…
Rocksalt (anticamente mineraria, ora con ospedale e college), Contea di Eldridge, Kentucky. 2022. Janice va a trovare il padre Pete Lowe, lei prima di cinque figli, l’unica non sposata e rimasta in zona, ma lo trova morto, qualcuno gli ha sparato nel cortile della casa dove viveva solo, faceva il meccanico di auto da corsa e si occupava anche di combattimenti di galli (come viene presto scoperto). Indagano sceriffo e vice, la tosta capa è Linda Hardin, se ne occupa subito. Nel frattempo, è arrivato in paese Mick, il 39enne fratello proprio della sceriffa, appena congedatosi da Fort Leonard in Missouri e dall’esercito statunitense (quattro anni come paracadutista in un reparto operativo, poi dodici alla divisione investigativa della polizia militare, infine di stanza in Germania, occupandosi perlopiù di omicidi, complessivamente venti duri anni), madre e padre morti, separato dalla moglie Peggy (risposatasi e già con due figli), ora in procinto di trasferirsi in Europa. Ha affittato per sei mesi una casa in Francia, può mantenersi con la pensione e vuole raggiungere un ex collega inglese “scappato” in Corsica per dimenticare quanto più possibile i servizi cruenti che avevano dovuto affrontare. Mick è cresciuto col nonno da quelle parti (Daniel Boone National Forest), conosce bene le colline e tutti sanno più o meno chi è, due anni prima ha avuto la storia di una notte con Sandra, l’operatrice radio per l’ufficio dello sceriffo. Ora vorrebbe salutare e partire, tuttavia il bravo 26enne Johnny Boy Tolliver, vice di Linda, non sposato e che non esce con nessuno da tre anni, gli chiede di accompagnarlo a gestire una storia di sfratti, mentre lei è andata a interrogare prima Janice e poi i vicini. In un edificio c’è un conflitto violento, altri muoiono, sparano pure a lei, finisce in ospedale. Ora i casi lo reclamano e Mick non sa più bene cosa far corrispondere alla giustizia e cosa sia meglio per la comunità. Dovrà inventare.
Come un nodo scorsoio
Il grandissimo scrittore americano Chris shit for brains Offutt (Lexington, 1958) continua con il terzo episodio della nuova serie su Mick Hardin, un altro bellissimo romanzo, tradotto da Roberto Serrai per Minimum Fax. Code of the Hills, La legge delle colline (263 pagine, 18 euro) è il titolo e il tema: «suo nonno avrebbe detto che stava seguendo la legge delle colline. Mick sperò che fosse così». Per un po’ non potrà che rivelarsi come il peggior “sceriffo” della storia della contea, ancor più nella criminale trasferta a Detroit quando maturerà futuri favori da garantire in seguito, lì il crime cambia splendidamente ritmo, trova il noir. Nella piccola metropoli del Michigan un caffè glielo fanno con la nuova macchina Marzocco e scopre Novi, il numero sei come lo scrivevano i romani. Del resto, certi disaccordi sulle colline ti scappano di mano, e vanno a finire a cazzotti, o a fucilate. Sono ovunque e per ogni strada intorno Rocksalt. Come un nodo scorsoio: più ti dibatti e più ti stringono.
I legami di sangue
I legami di sangue contano più di ogni altra cosa: schietti, ma non aperti; sinceri, ma reticenti; guardinghi, eppure amichevoli. Tanti bei posti, è vero, tutti con storie difficili, dietro. La gente degli Appalachi continua in parte a vivere sotto “codici antichi” che ti costringono all’azione: le offese risultano sempre un fatto personale; i segreti e le vendette tornano attuali dopo generazioni; appare più pratico farli fuori i debitori, prima di rimettergli i debiti; si perpetuano pure propri usi e costumi, come l’alto tasso di analfabetismo, le linee confuse della vita civile, la mancanza di protocolli rigidi, la scarsa fiducia nelle regole formali, il guardarsi sempre alle spalle, le malinconiche permanenti faide familiari, la cultura del baratto e del soprannome, il fermarsi per far salire in auto senza che si provi l’autostop, il traffico mai in pianura e intenso solo in occasioni di funerali o partite di calcio. La narrazione è in terza varia, abbastanza concentrata su Mick, il generoso riuscito protagonista, un ferito veterano di guerra, aperto a tutto, attento alle cose, in empatia con l’ambiente, legato visceralmente alla sua terra pur essendosene andato, divenuto capace di vederne bene limiti e difetti, praticando poi un limpido codice non identitario di lealtà e giustizia. Mick riconosce il rumore della colonna sonora tipica dei maschi ed è destinato a tornare: Offutt ha dichiarato che i suoi modelli sono Izzo e Carlotto, ne sembra all’altezza.
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