Caspar Henderson, ascoltare le voci del mondo per capirlo

La meraviglia di scoprire guida Caspar Henderson nella costruzione di un catalogo speciale: “Cosmofonia” osserva meraviglie da regalare all’udito, suoni di umani, animali e macchine, per prestare più attenzione a ciò che ci sta attorno. I rumori hanno a che fare con cultura ed emozioni e lo scrittore britannico li racconta con rigore e grazia

Qualche anno fa il suo Il libro degli esseri a malapena immaginabili aveva lasciato il segno: bestiario di gran classe, di esseri sorprendenti, inquietanti, misconosciuti (dal pesce zebra alla farfalla di mare), una raccolta alla Borges, ma reale non immaginaria, inconsueta e sospesa tra occhio scientifico e gusto per la narrazione pura, successo di critica e pubblico, nella misura in cui il librone costava ben oltre la media delle novità. Sapere che quell’opera (pubblicata da Adelphi) di Caspar Henderson non è stato un caso isolato, regala un sospiro di sollievo: è di nuovo magia. Il giornalista e scrittore britannico – autore di documentari, esperto di ambiente e scienza, ma anche di diritti umani – concede un altro catalogo speciale, figlio della sua curiosità iperbolica, che parte più o meno da un assunto: il suono, questo sconosciuto, può aiutarci a comprendere meglio il mondo, sia esteriore che interiore. Senza dar nulla per scontato, esplorando e imparando, Caspar Henderson ha costruito un’altra fantastica architettura di parole e idee, con una prosa scintillante e ardita, mai pedante, mai difficile da comprendere, emozionante in più di un passaggio. Il risultato, pubblicato in un bel volume cartonato da Utet, è Cosmofonia (392 pagine, 35 euro), con illustrazioni di Ester Castelnuovo e con la traduzione a quattro mani di Luca Fusari e Sara Prencipe. Ancora una volta ci sono, in egual misura, rigore e grazia, la garanzia di trovarsi davanti a un’opera mai banale, fuori dagli schemi, felicemente.

Non solo suoni, anche il silenzio

Lo stupore, un invito alla meraviglia e la gioia di scoprire sono alla base del dettagliatissimo, erudito e al tempo stesso genuino lavoro di Caspar Henderson, che fa dell’ascoltare uno dei vertici del piacere e indica una strada: prendersi del tempo per andare a caccia di meraviglie da regalare all’udito, per prestare attenzione a quel che ci sta attorno (meglio se nel mondo naturale, verso cui avere un approccio di grande rispetto e affetto), per ascoltarlo meglio e non farci fregare dal disincanto di questi giorni, di questi anni. Ci sono sussurri, scoppi e anche il silenzio in questo racconto: non un vuoto, ma un pieno da esplorare e comprendere, a cominciare dalla sua percezione in diversi luoghi e culture. Caspar Handerson classifica rumori di macchine (che hanno modificato il nostro rapporto con l’ambiente, e non solo a livello acustico), di animali e degli esseri umani. È nella natura, nei suoi suoni, comunque, che si esalta, rivelando bellezza.

Una volta, mentre esploravo l’isola-barriera di Scolt Head, nel Norfolk, tra le dune di sabbia mi imbattei in un avvallamento dove di colpo il vento e il rumore del mare cessavano. Era un angolo sempre esposto al sole, uno spazio isolato dove del mare si udiva soltanto l’eco lontana. Poi, però, mentre ne uscivo, la brezza e il rumore delle onde mi investirono in pieno e rotolai giù da un piccolo scoglio sabbioso sbriciolando conchiglie bagnate, e dal silenzio piombai in un mondo pieno di bei suoni.

Cuore eclettico

Nelle quattro sezioni e nei quarantotto suggestivi minicapitoli di Cosmofonia, che l’autore invita a leggere nella sequenza che più si preferisce, saltando e tornando indietro, spicca uno sguardo multidisciplinare sui suoni che modellano l’universo. Zoologia, fisica, ma anche musica e letteratura, l’autore con cuore eclettico attinge alle sue conoscenze più vaste, oltre che a una serie di aneddoti, per raccontare una storia dei rumori. I suoni non solo avvengono, finiscono per essere un fatto culturale e per avere a che fare anche con le emozioni. Nel libro si oscilla dall’eco del Big Bang, che ancora risuona, a quelli della contemporaneità, prodotti o meno dall’uomo, dal cielo alla terra, ai vari tipi di paesaggi; ci si imbatte nelle voci di falene, usignoli, pipistrelli, ma anche nelle melodie di ruscelli e rami, nei canti di vulcani e balene, di ghiacciai, come nei crepitii che emette l’aurora boreale. Angoli di vita e di mondo in cui non c’è niente di scontato.

Seguici su InstagramTelegramWhatsAppThreadsYouTube Facebook e X. Grazie

Questo elemento è stato inserito in Letture e taggato .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *