“Nello specchio dell’anima” raccoglie un racconto e decine di poesie di Marcello Pacifico, poeta-sindacalista: versi che sono un’esigenza per un uomo d’azione come l’autore e ricercano armonia e bellezza interiore, speranze e sfide del futuro. Riflessioni dotte e semplici rivelano un’anima erudita, che contempla gli elementi naturali che si fanno vita
Nello specchio dell’anima poesie e racconti (72 pagine, 10 euro) di Marcello Pacifico, edizioni Arianna, è una silloge poetica, con racconto breve. Si tratta di testi che abbracciano il periodo giovanile e quello attuale di un poeta molto singolare. Versi di memoria classica, romantica, di uno storico-latinista-italianista, erudito tout court, che conosce bene la lingua e quello che essa rappresenta per progettare e realizzare un mondo migliore.
Versi di varie epoche
La silloge è divisa in tre parti. La prima offre la lettura di un breve racconto giovanile, Una lucida pazzia d’amore, del 1996, che segue il premio internazionale per giovani poeti e romanzieri, attribuito al giovane Pacifico, dalla casa editrice Il libro italiano, su una proposta editoriale del corpus Aforismi e versi giovanili e del romanzo Il Crepuscolo di ogni ideale (1992-1995), tuttora inediti. La seconda parte comprende dieci poesie degli anni giovanili, ovvero gli anni dopo la laurea in Lettere moderne e la specializzazione all’insegnamento di materie letterarie e un dottorato di ricerca in Storia e archeologia medievale. Già dalle poesie giovanili la figura del poeta appare matura e sapiente “nella riflessione di una sicilitudine attenta al soccorso della storia”, come lo stesso dice nell’introduzione al lettore. Infine la terza parte raccoglie 32 poesie e prose, senza titolo, della produzione recente, ovvero dell’ultimo anno, ispirate alle nuove suggestioni aperte alla spiritualità, alla meditazione, all’introspezione, alla natura, all’uomo e all’intelligenza artificiale. Il filo rosso che lega le tre sezioni è sempre la Vita dell’Umanità in cammino, nello specchio dell’essere anima. Qui la poesia che apre la silloge e altri versi:
Vita
Una sorgente in un piccolo antro
di pareti lambite da acque silenti…
una rete in riflessi salmastri
di pescatori assorti tra maglie
di lenze intrecciate…
un amo tremante al tocco
di prede segnate da fugaci destini…
mari e atolli di storie insperate…
“Librarsi e ritrovare in ogni alba il palmo del proprio destino”, Senza titolo 1, parte terza
Perdersi completamente nel cammino per ritrovare sè stesso
E scoprire nel viaggio perenne il tuo essere di sempre, Senza titolo 5, parte terza
La bellezza del creato
La poesia di Marcello Pacifico è un tuffo nella bellezza del creato e dell’umanità, negli elementi naturali dominanti che si fanno vita e sono vita. Immagini, suoni e colori che si materializzano attraverso le parole del poeta e che danno contezza del divenire quotidiano, del passato, del presente e infine del futuro, in un tutt’uno di riflessioni semplici e dotte, dai temi umani e filosofici al tempo stesso. Fin dai versi giovanili si delinea quella personalità erudita e promettente, dell’autore, dalla strada segnata. La poesia rivela un mondo interiore di pace (col poeta Pacifico, il motto nomen omen non è un caso), armonia e bellezza interiore da ritrovare all’esterno. Pensando alla vita del nostro poeta, dirigente sindacale di parti sociali rappresentative (Anief, Confedir, Cisal, Cesi) e accademico, studioso di Storia medievale, che ha portato avanti tante battaglie vinte, alcune date per assurde, ma vinte, e pensando alla sua personalità dinamica, dalle battute esilaranti, durante le assemblee sindacali, in cui ironizza sulle fatiche della classe docente vituperata e non sempre rispettata dal punto di vista dei diritti, emerge come la Poesia sia un’esigenza dell’uomo attivista che Pacifico incarna.
Ancora di salvezza
La poesia è un’ancora di salvezza nel mare della vita, liberazione, ricerca, riflessione su sé stessi, sulla società e sul tempo che scorre. La poesia diventa la speranza e la forza per andare avanti nelle lotte per raggiungere le conquiste. Essa rafforza il dovere di vivere, senza mai abbattersi. Nella poetica c’è l’uomo Pacifico, di ieri e di oggi che affronta la vita, specchiandosi nel mare della bellezza dell’anima o nel volo di un gabbiano, accogliendo le sfide del futuro. Un eroe romantico e contemporaneo in preda al frenetismo, ma pronto a fermarsi, fra mille impegni e incarichi, per contemplare la semplicità della bellezza del creato e ritrovare sé stesso, come parte del cosmo, forte e sicuro. Nei versi si ritrovano echi di poesia leopardiana e tanta spiritualità, intrinseca all’umanità del poeta che dimostra con l’impegno e l’attivismo il valore della fede, pur nella laicità:
Ora viaggiamo persi tra spazi infiniti che riflettono il nostro corpo celeste
e anche quando un silenzio sovrumano si impone nell’ombra, lì riesco sempre ad ascoltare la fiamma che nutre il mio animo nel solo evocare il tuo nome, Senza titolo 23, parte terza p.61
Ciò che rende ancora più preziosa e interessante la poetica è lo slancio civile verso la giustizia sociale, che Marcello Pacifico mette in pratica quotidianamente con le battaglie del sindacato: …il mondo invidia del sapere la giustizia promessa per la salvezza… senza titolo 32, parte terza, p.70.
Firma la prefazione, Pietro Attinasi, poeta anch’egli e preside in pensione, il quale scrive tra le altre cose: «Marcello Pacifico si dimostra cultore della tradizione di Empedocle e Pirandello, non confonde la storia con lo storytellling turistico, smentisce il presunto destino di condanna dell’Isola all’ascarismo, e lo dimostra con questi versi e con la sua azione civica continua, in quel sindacato Anief che ha fondato a Palermo, città meritevole di parlare con dignità alla nazione, all’Europa e al mondo».
Una silloge degna di nota, da leggere, per perdersi nel mare magnum della poesia, grazie al sindacalista-poeta Marcello Pacifico.
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