Dispersivo e strampalato, Chuck Palahniuk finisce per annoiare

Troppe stranezze sopra le righe per essere davvero trasgressivo. In “Non per sempre ma per ora” di Chuck Palahniuk l’assurda storia di due rampolli inglesi dediti a omicidi seriali in nome di un generale repulisti del pianeta…

Sono passati molti anni dal primo libro di Chuck Palahniuk che ho letto. Non ricordo neppure il titolo, ma ricordo bene che non mi piacque. Così come del resto non mi è piaciuto neppure l’ultimo, Non per sempre ma per ora (312 pagine, 19,50 euro), edito da Mondadori, tradotto da Gianni Pannofino. Un testo insulso, ibrido, dispersivo che, con il consueto e strampalato modo di raccontare vicende grottesche e surreali, finisce per annoiare e attentare all’intelligenza di ciascuno.

Vortice di parole

Una storia assurda quella di Otto e Cecil, due viziati rampolli inglesi, dediti ad omicidi seriali e protesi ad un repulisti generale del mondo, sulle orme di una tradizione familiare che vede nel proprio Nonno un perfetto interprete, un uomo tutto d’un pezzo che odia i fragili e i subumani. L’assillo del sesso, i documentari naturalistici, gli omicidi dei loro collaboratori domestici: tutto è frullato in questo vortice di parole che fatica a proporre una trama e a creare le condizioni per una lettura sensata.

Un pre-libro

In omaggio all’autore che abusa, una pagina sì e l’altra pure, di espressioni come pre-maschio, considero questo un pre-libro dove il desiderio di condire ogni capitolo con tutta una serie di stranezze sopra le righe prevale sulla capacità di Chuck Palahniuk di raccontare qualcosa di veramente accattivante, interessante, trasgressivo.

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