Candice Fox, la bimba scomparsa vicino all’oceano è viva?

Il sequestro di un laboratorio, per fare riaprire un caso che sembrava chiuso, e le tumultuose 48 ore successive in “Fuoco al fuoco” dell’australiana Candice Fox. Protagonisti due investigatori il duro e vissuto Charlie e la novellina e intraprendente Lynette…

Los Angeles. Ottobre 2022. Durante una nuotata al largo di Abalone Bay vicino a Palos Verdes, contro la corrente con fatica e fortuna, Mina Delforce riesce a salvare un uomo barbuto, tatuato e ferito. In spiaggia arriva qualcun altro, chiamano l’ambulanza, lui fa una telefonata, grida più volte “Hellfire” poi sviene. Era il nome della sua operazione da infiltrato per cinque anni nella crudele banda di motociclisti criminali, i Death Machines, non avrebbe dovuto saperlo nessuno, rischia ancora la vita. Due giorni dopo la 21enne Lynette Lamb, agente in prova del dipartimento di polizia di Los Angeles a Van Nuys, viene licenziata dal servizio prima ancora di cominciare: per festeggiare il diploma dell’accademia qualche notte prima era finita a letto con tal Brad Alan Binchley, che si era connesso al suo computer mentre dormiva, accedendo con un trucco a documenti top secret, ritengono che l’infiltrato sia stato scoperto proprio così. Si chiama Charlie Hoskins e, dopo essere stato torturato su una barca, era repentinamente riuscito a scappare e a buttarsi in mare, nascondendosi sott’acqua e nuotando fino allo sfinimento. Altri due giorni dopo i coniugi Elsie e Ryan Delaney si introducono nel Centro di biologia e chimica forense Hertzberg-Davis, prendono in ostaggio tre persone e, una per volta, minacciano di bruciare le provette biologiche delle analisi del Dna connesse a vari casi giudiziari (fra cui tante recapitate proprio da Hoskins), se la polizia non riapre le indagini relative alla scomparsa della figlia Tilly, avvenuta due anni prima quando aveva cinque anni ed era vicina all’oceano con la sorella maggiore, sono convinti che sia viva e vogliono risposte immediate. Lynette impone la sua presenza a Charlie e lui chiede aiuto al caro amico borderline Surge. La capa della polizia Saskia Ferboden lo stima, ma la SWAT scalpita e tutti hanno abbastanza le mani legate. Ci prova l’inedito informale terzetto.

Una coppia originale

La giovane ottima premiata scrittrice australiana Candice Fox (Bankstown, Sydney, 1985) inanella un successo dietro l’altro, da sola o in coppia (con James Patterson dal 2015), conducendo in parallelo varie serie letterarie crime, oltre a sceneggiature soprattutto televisive. In Fuoco al fuoco (454 pagine, 20 euro), traduzione di Beatrice Sterza per Marcos y Marcos, l’interessante avvincente narrazione hard-boiled è in terza varia al passato, concitata nelle 48 ore successive al tumultuoso sequestro del laboratorio, concentrata prevalentemente sull’originale coppia dei due investigatori, l’esperto duro vissuto Charlie e la novellina acuta intraprendente Lynette.

Un cold case

La loro indagine riguarda il cold case della sparizione di Tilly, chi c’era in spiaggia o nel parcheggio, la sorella Jonie, le poche testimonianze. Il primo pedofilo (di dollies e teddies) che rintracciano ha il diabete di tipo 1 e fa schifo. D’altra parte, i bikers sono restati sulle loro tracce e vogliono farla comunque pagare all’infiltrato ancora vivo, in testa l’efferato Dean Willis. Come intermezzo, ogni tanto, i dialoghi telefonici dei reciproci tentativi di trovarsi per i due iniziali sopravvissuti, la forte nuotatrice Mina (tecnico del suono) e lo stesso Charlie, che non sanno nulla l’uno dell’altro. Il fuoco infernale del titolo richiama l’operazione andata in fumo. Potendo scegliere la qualità, si beve vino. Surge ha impostato i cellulari usa e getta per i due amici sodali con suonerie personalizzate, per esempio Bad Case of Loving You di Robert Palmer.

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