Maria Messina, quando il diritto alla felicità non è contemplato

Nuova edizione per “L’amore negato”, ultimo romanzo di Maria Messina, storia di due sorelle che, con tempi e modalità diverse, finiscono inequivocabilmente nel cono d’ombra del disamore. D’ambientazione marchigiana, con scenario borghese e cittadino, il volume non lascia speranze: chi prova a ribellarsi al destino viene punito…

Dalle pagine di questo sito non smetteremo di scrivere di Maria Messina e di tutte le sue apparizioni in libreria, del moltiplicarsi delle edizioni dei suoi titoli, della risonanza più ampia rispetto ai decenni scorsi di cui gode adesso la scrittrice siciliana, anche se ancora non proporzionata al suo reale valore, in rapporto a tanti altri colleghi del Novecento. Dopo la scintilla della casa editrice Sellerio, su input di Leonardo Sciascia, negli ultimi anni l’editore che si è più distinto nel rilancio di Maria Messina è il capitolino Croce, che ha affidato il progetto di recupero a Salvatore Asaro e, di volta in volta, a curatori d’eccezione, osservatori acuti e originali. È anche il caso della nuova edizione de L’amore negato (XIX+105 pagine, 16 euro), introdotto da Salvatore Ferlita, fra i maggiori studiosi e critici di letteratura siciliana, docente universitario e firma su giornali e riviste.

Vittime di un’illusione

L’amore negato è poco più di un racconto lungo, in cui non c’è mai posto per consolazione o speranza, neanche nei momenti più apparentemente ottimisti delle esistenze di due sorelle, Miriam e Severa, soprattutto per la seconda che raggiunge una certa agiatezza, apre un atelier di moda e sembra poter aspirare all’amore, con un uomo che però la lascerà per un’altra. La sorte a cui sono destinate entrambe – sebbene siano il frutto di un amore vero, raro in quelle circostanze e a quei tempi – è il disamore, l’illusione di una relazione, perseguita con tempistiche, atteggiamenti e modi diversi, e persa, smarrita sempre malamente. Si tratta dell’ultimo romanzo di Maria Messina, scritto e pubblicato prima che le condizioni di salute della scrittrice peggiorassero, impedendole di fatto di proseguire una carriera che, in vita, aveva avuto estimatori illustri.

Un congedo pessimista

D’ambientazione marchigiana, con scenario borghese e cittadino, questo volume è carico di decenni d’osservazione e descrizione della condizione delle donne fra fine Ottocento e inizio Novecento. Coloro che si ribellano vengono condannate, in un modo o nell’altro, non hanno speranza. Questo romanzo è il “buco nero” della vita di Maria Messina, su cui la sclerosi multipla avrebbe avuto il sopravvento, un congedo pessimista dal mondo, dove il «diritto alla felicità» è talvolta invocato, ma mai contemplato davvero. Le due sorelle de L’amore negato – hanno anche un fratello con qualche problema cognitivo – sono condannate alla solitudine e, fra loro, hanno un rapporto che si nutre di diffidenza e livore. Anche quando ci sarà qualche ripensamento, sarà troppo tardi…

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