Dario Levantino, se nell’aldilà Borsellino analizza fascicoli…

Un approccio delicato ed emozionante per un libro che, accanto al dato storico e alla naturale contrapposizione al fenomeno mafioso, non disdegna il ricorso al fantastico e al surreale. Ne “il giudice e il bambino” di Dario Levantino – destinato ai ragazzi ma non solo – Paolo Borsellino si occuperà di Giuseppe Di Matteo, barbaramente ucciso dalla mafia. Un libro emozionante, a tratti doloroso, ma necessario

Raccontare ai giovani il fenomeno mafioso e la storia delle vittime di mafia non è mai facile; saper catturare l’attenzione del giovane lettore senza distoglierlo dal piacere di una buona lettura, senza allontanarsi dalla verità storica, è un’operazione letteraria altrettanto ardua.

Casi spinosi

Dario Levantino si è già cimentato in questa fatica letteraria con successo con Il cane di Falcone (ne abbiamo scritto qui e qui), romanzo in cui la storia del giudice viene raccontata dall’insolita prospettiva di un animale a quattro zampe. Con Il giudice e il bambino (254 pagine, 12 euro), edito da Fazi, Dario Levantino narra la storia di Paolo Borsellino e del piccolo Giuseppe Di Matteo, barbaramente ucciso dalla mafia dopo essere stato rapito e tenuto prigioniero per due lunghi anni. A far da cornice narrativa il mondo dell’aldilà dove Paolo Borsellino, senza più i suoi baffi e con una lunga barba bianca, si ritrova in paradiso con il compito di occuparsi di casi spinosi di anime che hanno qualcosa di irrisolto con la vita terrena e non riescono ad accedere nel regno dei cieli. Il giudice continua, in questa nuova dimensione, ad analizzare fascicoli per ricostruire l’esistenza terrena delle anime che gli vengono affidate e per aiutarle in questo delicato trapasso.

Metabolizzare e rinnovarsi

Finché un giorno, l’11 gennaio del 1996, arriva sulla sua scrivania il faldone di un nuovo caso: si tratta di Giuseppe Di Matteo, figlio di un collaboratore di giustizia. Non sarà facile per il giudice aiutare il bambino e ripercorrere eventi tragici che hanno segnato la storia d’Italia. I protagonisti intraprendono un percorso avventuroso tra le nuvole dove la penna dell’autore li condurrà per ritrovarsi e distaccarsi dalla insensata violenza dell’esperienza terrena. Non mancheranno incontri emozionanti come quello tra il bambino e il suo cavallo: un’occasione per narrare una storia fantastica e fiabesca nella Storia, fili di una stessa trama intrecciati dall’autore con delicatezza e rispetto per la tragica storia dei protagonisti e per il giovane lettore che ha il diritto di conoscere le vicende storiche, ma anche la possibilità di avvicinarsi ad esse senza esserne travolto, mantenendo il filtro della fantasia, senza smettere di alimentarlo e di nutrire le emozioni che la lettura suscita. Inoltre l’autore ha la capacità di ricostruire la personalità dei protagonisti tanto da farli empatizzare col lettore che si ritrova a conversare con essi, a respirarne i pensieri e gli stati d’animo, completamente immerso nel loro sentire. E così come i protagonisti nell’aldilà devono placare i loro drammi interiori per essere liberi di godere della Luce del paradiso, allo stesso modo anche il lettore è accompagnato a metabolizzare la conoscenza della Storia, dei fatti di mafia, per uscirne rinnovato.

Un orizzonte di luce nella notte

Paolo Borsellino, nel narrare e raccontare della mafia a Giuseppe, in realtà, guida il lettore a comprendere pagine di storia su cui ancora oggi si dibatte, si scrive, si fa memoria; il giudice nel voler aiutare Giuseppe a risolvere ciò che dentro appare irrisolto ed è pesante zavorra che lo tiene abbarbicato alla terra e alla bruttezza del mondo, accompagna anche il lettore nel comprendere il valore del sacrificio e dell’impegno della giustizia per combattere la mafia e l’illegalità.

Dario Levantino mantiene col lettore un approccio delicato ed emozionante, curando nel romanzo il fantastico e il surreale, senza tralasciare anche la storia e fornendo, pertanto, un quadro chiaro ed esaustivo del fenomeno mafioso e delle principali vicende ad esso legate.

Un libro emozionante, a tratti doloroso, ma necessario, che dosa con cura e competenza fiction e non-fiction facendo scorgere al lettore quell’orizzonte di luce che fa seguito sempre alla notte, anche a quella più buia e oscura.

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2 pensieri su “Dario Levantino, se nell’aldilà Borsellino analizza fascicoli…

  1. Mariangela Biffarella dice:

    Straordinaria disamina di un testo rivolto ai ragazzini, ma che sicuramente chiarisce le idee anche a molti adulti che non hanno del tutto compreso il fenomeno mafioso. Mette voglia di leggerlo assolutamente

  2. Stefania Catania dice:

    Ricevo e leggo, con piacere e interesse, questa recensione che è riuscita a solleticare, e non poco, la mia curiosità. Lo leggerò.

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