Alasdair Gray racconta in “Povere creature” una vicenda gotica e lugubre che – strizzando l’occhio a Mary Shelley – ha come protagonista una bellissima donna dal passato misterioso, Bella Baxter. Un’opera visionaria che getta una luce sinistra sulla scienza e incarna anche le ragioni della fratellanza fra i popoli e dell’uguaglianza fra gli uomini…
Povere creature (408 pagine, 22 euro) di Alasdair Gray, tradotto da Sara Caraffini ed edito da Safarà, è un’opera visionaria che getta una luce sinistra sulla scienza e sulle sue applicazioni sugli umani. Dotato di un forte spirito sociologico, che ben illustra le dinamiche proprie dell’Inghilterra vittoriana, caratterizzata da profonde sperequazioni sociali ed economiche, questo libro porta avanti, in maniera indiretta, anche tematiche legate al pacifismo, alla fratellanza tra i popoli e all’uguaglianza tra gli uomini.
In conflitto con la morale comune
Quasi scimmiottando Mary Shelley con il suo Frankestein, lo scrittore scozzese Alasdair Gray ci racconta la vicenda lugubre e molto gotica di Bella Baxter, una bellissima donna dal passato misterioso, intorno alla quale si sviluppa l’intera narrazione, dove spiccano le figure del suo protettore, Godwin Baxter, e del suo futuro marito, Archibald McCandless: personaggi che, nel raccontarci la storia di Bella e le sue incredibili avventure spesso in conflitto con la morale comune, diventano a loro volta protagonisti di una relazione dai contorni torbidi, opachi ed eticamente discutibili.
Lentezza e perseveranza
Nonostante una trama di tutto rispetto, dalle innumerevoli sfaccettature politiche, al limite dell’oltraggioso, questo romanzo di Alasdair Gray si rivela piuttosto lento nella fase di lettura, forse per un linguaggio che risente degli anni in cui è stato scritto, forse per alcune divagazioni che fanno perdere concentrazione. Quale sia la vera identità della protagonista, lo decide il lettore. Se mai avrà la forza e la perseveranza di portare a termine questo corposo romanzo.
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