Sellerio ripara il destino di “Francesca e Nunziata”, magnifico romanzo di Maria Orsini Natale, pubblicato a metà anni Novanta, e da molto tempo fuori catalogo. Una storia di donne audaci in seno a una società patriarcale con i piedi d’argilla, un felice mix di scrittura raffinata che non disdegna il dialetto, una controstoria d’Italia dal Risorgimento al fascismo. Protagoniste la nipote di un pastaio campano, che proietta nel futuro un pastificio artigianale, e della sua figlia adottiva, animata da uguale passione per il lavoro…
Gli editori talvolta sono anche chiamati a raddrizzare traiettorie tortuose, a riparare torti e destini, che rischiano di trascinare libri di valore al buio di certi precipizi. Storie vecchie come il mondo, a cui c’è chi cerca di opporsi. Sellerio è uno di quegli editori che hanno nel dna la voglia di recuperare, di rilanciare. Da Sciascia, che tante perle, «scoperte, riscoperte, rivelazioni, sorprese», ripescò (per approfondire si leggano le sue bandelle, pubblicate in volume proprio da Sellerio, Leonardo Sciascia scrittore editore ovvero La felicità di fare libri), a Elvira Sellerio – si pensi soltanto al rilancio dell’immenso Graham Greene, avviato da lei e che continua ancora adesso – ai figli Antonio (qui un’intervista) e Olivia, che sono ormai al timone, e che hanno “rinverdito” la tradizione accogliendo nel catalogo dei libri blu, e nella collana “La memoria”, il bellissimo romanzo di Maria Orsini Natale, Francesca e Nunziata (480 pagine, 16 euro), fuori catalogo da oltre un decennio. Maria Orsini Natale, nata nel 1928 a Torre Annunziata, scomparsa nel 2010, con questo, che era il suo libro d’esordio, debuttò a sessantasette anni, nel 1995, fu candidata allo Strega, e vincitrice di una serie di riconoscimenti, tradotta anche in alcune lingue straniere; l’autrice campana realizzò anche il sogno di vedere un film tratto dal volume, regista Lina Wertmuller, interprete principale Sophia Loren. Dopo la prima edizione Anabasi, il romanzo fu rilanciato da Avagliano, poi il nulla (nonostante anche alcune traduzioni in lingua straniere, che di recente sono aumentate), fino a una mobilitazione di una libreria di Torre Annunziata che è diventata virale, accendendo l’interesse della casa editrice palermitana. E che ha portato anche Emons a lanciare l’audiolibro, con la voce dell’attrice Anna Bonaiuto.
Da un secolo all’altro, da un’Italia all’altra
Francesca e Nunziata si dipana da prima dell’Unità d’Italia al fascismo, le due donne del titolo sono l’alfa e l’omega di un’impresa artigianale, un pastificio, che assume dimensioni industriali e anche più che nazionali. Nume tutelare il Vesuvio, presenza viva dell’intera narrazione. Tutto ha inizio nella costiera amalfitana di fine Ottocento, e successivamente alle falde dell’Etna, ed è una cascata affabulatoria di capitoli magnetici, un cunto, come la stessa scrittrice l’aveva definito, che cattura. È una storia al femminile, dove i personaggi maschili sono marginali, poco intraprendenti, per nulla coraggiosi, incapaci di tener testa alle difficoltà: una società patriarcale dalle gambe d’argilla. Di tutt’altra tempra sono Francesca e Nunziata – che in qualche modo simboleggiano l’Italia, la sua evoluzione dal diciannovesimo al ventesimo secolo – un’orfana che, per voto, Francesca accoglierà come figlia adottiva e che sarà l’unica a percorrere una storia lastricata di ingegno e di fatica, di passione per il proprio lavoro.
Il sud instancabile e creativo
I pastifici più antichi di Italia, a Torre Annunziata, fanno da sfondo alla scalata di una donna (sostenitrice dei Borbone e riluttante al dominio dei Savoia), Francesca che, ereditata dall’adorato nonno Peppe una piccola azienda di famiglia, seppe imporsi, crescere, favorire alleanze tra i pastai, superare ogni traversia, a cominciare da quelle della Storia, il Risorgimento, l’Unità, fino all’ascesa del fascismo e ai buchi neri dei conflitti mondiali. Sostenuta da una lingua raffinata, intrecciata anche al dialetto, Maria Orsini Natale romanzò, anche con ironia e poesia, le vicende degli avi di famiglia, operosa comunità, coraggiosa umanità, audace nel passaggio dall’artigianato all’industria, tra maccheroni e spaghetti, gioie e drammi (un amore negato per Nunziata, costretta a un matrimonio combinato…), imprese e tradimenti. Una grande storia dal sud del mondo, quello instancabile e creativo, lontano dalle etichette.
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