Fred Vargas, il sosia di Chateaubriand e una scia di omicidi

Torna Fred Vargas, con “Sulla pietra”, la decima avventura del magnetico commissario Jean-Baptiste Adamsberg, cacciatore di pensieri accidentali, straordinario disegnatore di profili, privo di amor proprio. Una lunga serie di morti, a cui arriva a interessarsi il governo

Parigi e Bretagna. Primavera 2023. Il basso magrissimo magnetico commissario Jean-Baptiste Adamsberg, da tempo operativo nel tredicesimo arrondissement, spostandosi a piedi da casa alla sua squadra dell’Anticrimine, salva un riccio investito da un’auto pirata e coinvolge un veterinario per farlo tornare nel boschetto.

La scena si sposta in Bretagna

Sul lavoro è ora assorbito da vicende bretoni. Appena arrivato in ufficio si fa portare un giornale dell’ovest con la notizia di un omicidio a Louviec. Vi aveva cenato un mese prima (era andato con lo zaino per partecipare alla riunione conclusiva della spossante caccia che aveva condotto con successo contro un vecchio maniaco, grasso e calvo, paterno e bonaccione, capace di violentare e massacrare in modo atroce cinque sedicenni) e aveva conosciuto la vittima, il grosso guardiacaccia locale che stava chiacchierando del fantasma del castello di Combourg, appena ricomparso dopo un’assenza di quattordici anni. In quella zona aveva trascorso la giovinezza François-René de Chateaubriand e oggi vi gira spesso pure un 53enne sosia, forse discendente dello scrittore visconte. Mentre risolve distrattamente altri delicati casi parigini in contatto con l’amico, collega e vice Danglard (quasi il suo opposto), chiede informazioni al commissario locale e poi, quando avviene il secondo omicidio otto giorni dopo, si trasferisce per indagare a suo modo. La scia di morti sarà lunga, se ne interessa in governo, arrivano rinforzi, finché Adamsberg non si mette comodo su una pietra a pensare lungamente (protetto dalla scorta), quei dolmen, quei menhir là.

Cose orrende e leggiadre

Da oltre un trentennio Fred Vargas delizia molti lettori e lettrici: ecco, per Einaudi, Sulla Pietra (467 pagine, 20 euro), traduzione di Margherita Botto e Simona Mambrini, l’ultima godibile opera dell’archeozoologa doppia e multipla, fiabesca e illuminosa Frédérique Audouin-Rouzeau (Parigi, 1957), dotatasi di uno pseudonimo (in comproprietà con la gemella pittrice) per romanzi polar, colti e ironici. Ha la fissa del protagonista, delucidato in terza, maschio ormai senza più libido, in connessione con donne mai seduttive, giunto alla decima avventura della serie. Adamsberg è nebbioso lento trasandato iponervoso ondeggiante, ostinato prolisso visionario; già tiratore scelto, sempre appuntatore assorto e lettore camminante; i pensieri si formano prima ancora che li pensi, non resta mai arrabbiato a lungo, prende sonno all’istante; ha andatura beccheggiante e vagabonda e mangia con indifferenza; noncurante cafone montanaro originario del pirenaico Béarn (padre calzolaio); adulto (e bambino) ficcanaso refrattario alle regole; zigomi prominenti, grande naso aquilino, guance incavate, mento debole, capelli bruni spettinati, algoso sguardo svagato, irregolare accattivante sorriso, carnagione olivastra, torace sodo e muscoli nervosi, voce flautata da tonalità basse e dolci; logica disordinata alla ricerca di pensieri accidentali, fumatore di ritorno, straordinario disegnatore di profili sul taccuino multiuso, privo di amor proprio, spesso di nero vestito, al polso sinistro due orologi (fermi). Qui siamo ancora nell’amata Bretagna! Il titolo riecheggia anche fontane e panchine, in copertina la pietra giusta. A Parigi la squadra è composta da 27 agenti dell’Anticrimine nel XIII°, ognuno descritto con fantastica concreta creatività, fra scartoffie e distrazioni, gerarchie e fobie (tipo 87°); qui ne potrà portare solo cinque quando gli omicidi iniziano a divenire seriali. Ancora una volta si parla di cose orrende come in una fiaba, orripilanti e leggiadre al contempo. Chateaubriand si era occupato della storia dello Zoppo, filo narrativo. Sidro e idromele, oltre al resto. Il generoso acuto oste Johan ha una potente voce di baritono e canticchia spesso arie del Seicento e del Settecento.

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