“Eroi senza gloria” di Ferdia Lennon è un singolare romanzo ambientato nella Sicilia del 412 a.C., in cui i protagonisti parlano come in un pub… di Dublino. Alcuni ateniesi, prigionieri di guerra, accettando l’invito di due siracusani di mettere in scena Euripide, in cambio di cibo. La loro rappresentazione scompagina tutto, reazioni e destini…
Irlandese di padre librico, Ferdia Lennon è uno scrittore al primo romanzo, ambientato in Sicilia, in qualche modo vicino alla terra degli avi. La migliore introduzione al suo libro è questo video di Eugenia Dubini (qui un articolo che ha scritto per noi), fondatrice e direttrice editoriale di NN, in cui si parla di decostruzione del maschile, di modelli più inclusivi e meno definiti che vadano oltre gli stereotipi di genere, e dei volumi gialli della casa editrice milanese dedicati agli “uomini nudi”. Il secondo titolo di quella che Eugenia Dubini definisce ricerca editoriale è Eroi senza gloria (296 pagine, 19 euro) di Ferdia Lennon, tradotto da Valentina Daniele, che spiega in una nota conclusiva la particolarità della scrittura dell’autore nato a Dublino, che mette in bocca agli antichi siracusani modi di dire irlandesi e modi di fare da… compagni di bevute.
Casting, prove e rappresentazione
Il romanzo, scritto nel corso della pandemia, è colto e irriverente come pochi, Ferdia Lennon immagina, nel 412 a. C., due amici, Lampo e Gelone, e una loro folle idea, in particolare del secondo, innamorato del teatro di Euripide. L’idea è quella di mettere in scena Medea e Le Troiane, tragedie di Euripide, con interpreti di… eccezione: i prigionieri ateniesi nelle cave alla periferia di Siracusa, abbandonati al sole, alla fame e all’inedia. Siracusa, alleata di Sparta, ha inferto una sconfitta memorabile ad Atene. Lampo è il narratore, vasaio disoccupato, bugiardo, più interessato alle risse, all’alcol e agli amori in taverna che ad altro, che sposa la proposta dell’amico Gelone (abbandonato dalla moglie, dopo la morte di un figlio). Per convincere i nemici malconci a trasformarsi in un gruppo teatrale (dopo casting e prove in piena regola, con tanto di musica e maschere), i due siracusani offrono generi di prima necessità, vino, pane, formaggio e olive. Si alternano momenti drammatici e momenti brillanti, le storie dei vinti, di chi è stato travolto inaspettatamente dalla guerra, e battute e situazioni esilaranti, anche umorismo macabro.
Nulla di ciò che si aspetta
Amore, umanità, solidarietà e compassione hanno meglio sull’eroismo, su rivalità e vendette. Poi questo è il succo che si spreme dalle pagine di Ferdia Lennon, la meditazione di fondo. Perché? Perché in Eroi senza gloria – questo romanzo scritto in una lingua che potrebbe echeggiare in un pub dublinese – la rappresentazione di Euripide, favorita da un misterioso finanziatore, è arte che scatena reazioni, non del tutto prevedibili. E così i siracusani Lampo e Gelone sono chiamati a essere eroi in un modo diverso da quello che si potrebbe aspettare da loro. La barbarie contemporanea di guerre che devastano vari popoli nel mondo, ci fa apprezzare ulteriormente la svolta del romanzo. Un libro fuori da tanti canoni, ma che può stare benissimo nel novero delle letture più spiazzanti e interessanti degli ultimi anni.
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