Dopo il successo dell’ormai classico “84, Charing Cross Road”, l’americana Helen Hanff potè visitare la città dei suoi sogni, Londra, per la promozione del suo inaspettato libro cult. Cronista trasognata e autoironica, ne “La duchessa di Bloomsbury Street” scrive un resoconto sui generis, con tante curiosità, specie per gli amanti della letteratura inglese
Improprio definirlo un sequel. Ci sono libri irripetibili, come 84, Charing Cross Road (ne abbiamo scritto qui), senza un prima né un dopo. Helen Hanff sarà sempre identificata con questo titolo. Ora in Italia appare, ancora grazie a Bordolibero edizioni, La duchessa di Bloomsbury Street (149 pagine, 18 euro), in cui Helen Hanff racconta dell’agognato viaggio a Londra (rimandato più volte a causa di ristrettezze economiche), che sognava di fare fin da quando scriveva al libraio Frak Doel, un epistolario che costituisce il suo primo e più famoso libro, un cult. Il secondo volume, vecchio di oltre mezzo secolo, ha una sua piena dignità, dichiarazione d’amore per la capitale del Regno Unito, uno spassionato e, per certi versi, anche ironico ritratto di una città che magari i suoi attuali abitanti e visitatori non riconoscerebbero, ma che è rimasta impressa allora nelle pupille della scrittrice.
Quel contraltare british che manca…
Il soggiorno di alcune settimane in Gran Bretagna per la promozione del suo volume più famoso è l’occasione per Helen Hanff di mostrarsi in altre vesti, quelle della cronista che curiosamente osserva. Riesce a restare più del tempo previsto, grazie a del denaro inatteso, partecipa a eventi, incontra persone. Ingenua, trasognata, ma anche ironica e autoironica, oltre che divertita dall’interesse che suscita in quanto “scrittrice”. Un resoconto vivace, perspicace, di usi e costumi, soprattutto, senza il contraltare british del colto e riservato Frank Doel, che era uno dei segreti di 84, Charing Cross Road.
L’ho pagato e mi sono trascinata a un tavolo dicendomi severa:
«Non essere come tutti quei turisti americani che non riescono ad adattarsi agli usi di un altro paese, bevi e taci».
Era imbevibile.
Umile e mai tronfia
È una lettura che incuriosirà gli amanti dei libri e i grandi lettori, specie gli appassionati di letteratura inglese. La cinquantacinquene Helen Hanff incontra mercanti di libri rari, familiari di Frank Doel, ammiratori, gira per le strade frequentate da Dickens e Shakespeare, visita la casa del primo e il pub preferito del secondo. È un soggiorno dolceamaro, vissuto pienamente da quella che resta un outsider delle lettere, umile e mai tronfia.
Mi vergogno sempre così tanto quando scopro quanto hanno letto gli altri e quanto ignorante sono rispetto a loro. Se vedeste la lista di libri e autori famosi che non ho mai letto non ci credereste. Il mio problema sta nel fatto che nel tempo in cui gli altri leggono cinquanta libri io leggo un libro cinquanta volte.
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