Caos, solitudine e gogna, il microscopio di Annina Vallarino

Una lucciola in mezzo al blackout è “Drama”, romanzo di Annina Vallarino, che raccomanda di non credere alle verità date per assodate dai più o sulle pagine social. La protagonista Eva, italiana trapiantata a Londra, non crede alla violenza sessuale che il suo amico Daniele avrebbe compiuto ai danni di una collega: situazione che la costringe a fare i conti con i nodi irrisolti con la famiglia d’origine

E questa qui da dove sbuca fuori? È la prima domanda che è possibile farsi a lettura chiusa di Drama (168 pagine, 16 euro), primo romanzo di Annina Vallarino, pubblicato da Neo edizioni, sigla indipendente dal fiuto notevole. Da dove arriva, da quale pianeta è partita Annina Vallarino che, si apprende, dalla terza di copertina, è genovese, ha vissuto in Inghilterra e adesso abita nel sud della Francia? La sua opera prima (è arrivata recentemente anche la seconda, un saggio per Rubbettino) è una lucciola in mezzo al blackout, per citare il poeta. E ci raccomanda, prima di tutto, fra le altre cose, di non credere alla verità, per citare altri poeti. La verità assodata da parte di tutti, quella che si fa largo nell’opinione pubblica magari ripetendo menzogne costantemente e con convinzione, quella che rimbomba sui social media, cresce e si insinua, accettata pigramente da molti, dalla maggioranza.

Ipocrisie, contraddizioni e capitalismo

Annina Vallarino in Drama scrive di una Londra super contemporanea, post Brexit, di un’italiana che vive lì e lavora nella City, dopo essersi messa alle spalle un passato complicato in Italia. Caos, solitudine e gogna mediatica tornano spesso in queste pagine, in cui è proprio questa donna, che si chiama Eva, la voce narrante, che lavora nella casa editrice Little Dreams. Il suo collega e amico Daniele, capro espiatorio e “mostro”, è costretto a dare le dimissioni, allargando dolore e solitudine di Eva, che non si capacita dell’episodio “incriminato”. Lei però non condanna e, in questo senso, è una voce lontana dal coro, che fa domande, esprime dubbi. Il sospetto di una violenza sessuale, da parte di Daniele ai danni di un’altra collega, Christine, pesa come un macigno. E, come se non bastasse, la situazione finirà per precipitare ulteriormente. Ipocrisie, contraddizioni, e quella nebulosa che danza al confine fra verità e menzogna, oltre alle ultime evoluzioni del capitalismo, sono il pane quotidiano dei protagonisti di Drama di Annina Vallarino. Come se non bastassero ci sono i nodi irrisolti, misteriose ferite, che la protagonista ha lasciato in seno alla famiglia d’origine, verità con cui non ha mai voluto fare i conti.

No a conformismi e a pregiudizi travestiti da certezze

Nel nostro mondo le accuse viaggiano a una velocità folle e in modo subdolo. Sospetti, omissioni, parole e pensieri distorti al giorno d’oggi contano più di ogni altra cosa. Scivolano fra chiacchiere e post, al lavoro, ai party. L’umanità di portare coerentemente avanti le proprie idee («il diritto di avere opinioni anche impopolari»), di coltivare perplessità al di là dei pregiudizi travestiti da certezze, dell’approssimazione spacciata per verità rivelata, e del conformismo (soprattutto quello digitale), è fra le cose migliori a cui potersi appigliare nel corso della lettura di un libro di grande intelligenza e lucida consapevolezza, mai consolatorio, sempre coraggioso, come questo. Per tornare alla domanda iniziale e a una possibile risposta: Annina Vallarino sbuca dal presente che confina col futuro, da un pianeta in cui si scrivono gran bei libri. Chi la scoprirà, attenderà subito una sua nuova prova.

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