Miran Bax, l’aggressione al campo rom e il razzismo più bieco

La violenza di un gruppo di giovinastri nella periferia torinese al centro di “Notte isterica” di Miran Bax, nom de plume di Massimo Anania. Un romanzo di voci, per questo un po’ dispersivo ma mai indigesto…

Tratto da una storia vera, Notte isterica (160 pagine, 17 euro) di Massimo Anania, in arte Miran Bax, pubblicato da Morellini Editore, è un romanzo a più voci che nasce da un’idea interessante: quella, cioè, di legare diverse narrazioni ad un unico comun denominatore, l’aggressione ad un campo rom da parte di un gruppo di giovinastri della periferia torinese che, dopo aver sobillato i residenti del quartiere, danno libero sfogo alla violenza e al razzismo più bieco e qualunquista.

Intento pedagogico

Attraverso i racconti di diversi personaggi che, a vario titolo, sono spettatori/fautori di quell’episodio, si ricostruisce la genesi che ha portato ad una vera e propria notte di devastazione, in grado di scuotere le coscienze di alcuni e di segnare un’intera città. Nonostante l’intento pedagogico di questo libro, il quale sussurra al lettore – forse con un’eccessiva semplificazione – l’importanza della tolleranza e del rispetto, soprattutto verso le frange più emarginate della società, il romanzo in sé appare piuttosto dispersivo.

Pagine efficaci

In molti passaggi l’evento clou che lega le storie passa in secondo piano, mentre diventano eccessivamente verbose le biografie delle singole voci, i cui racconti finiscono per creare una eccessiva dispersione di lettura, allontanando il lettore dal fuoco del romanzo e dando l’impressione di voler unicamente allungare un po’ il brodo. Le pagine scorrono comunque leggere, prive di particolari virtuosismi letterari, ma a tutti gli effetti efficaci nel descrivere i fatti in maniera lineare e abbastanza fluida. Un libro che, indubbiamente, rivela alcune ingenuità di troppo, ma che però non risulta mai stopposo o indigesto.

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