Elena Ferrante amatissima da autorevoli voci negli Stati Uniti? E in casa nostra si sprecano le polemiche sulla letteratura delle scrittrici. E allora Lorena Spampinato, autrice de “Il silenzio dell’acciuga” (qui la videointervista) e di “Piccole cose connesse al peccato” (qui un’altra sua videointervista), indica fra i suoi consigli di lettura i libri di sette autrici italiane, protagoniste dell’ultima stagione letteraria. Nuovo appuntamento della nostra rubrica più amata (qui tutte le puntate precedenti)
“Autobiografia dei miei cani” di Sandra Petrignani (Feltrinelli Gramma)
Scriviamo e giriamo intorno a noi stessi fingendo di fare il giro del mondo.
Un memoir intenso che scava nel ricordo personale e ne tira via le immagini di una vita e di chi ne è stato il testimone fedele: i cani, i libri, le case, e gli incontri fortunati che hanno cambiato tutto. L’infanzia, la giovinezza, la maturità, raccontate da un punto di osservazione lucido, inesorabile, sensibilissimo, dove la materia letteraria è viva e pulsa.
“La ragazza unicorno” di Giulia Sara Miori (Marsilio)
«Mi perdoni se faccio dell’ironia» continuò l’altro. «Ma parliamoci chiaro: la sua vita non è che sia un granché.» Poi scoppiò in un’altra risata, ancora più acuta della precedente. «Lo so che a lei questo non dispiace. Ma ogni tanto ci vuole qualche imprevisto, non crede?»
Un uomo comune, simile a tanti, viene rapito e portato in un luogo in cui verrà sottoposto a interrogatori serrati: sul suo lavoro, sulle sue passioni, sulle sue relazioni. Una storia che indaga il vuoto di chi non ha il coraggio di guardarsi dentro, ma anche un piccolo rebus dove tutti gli indizi portano a noi, alla nostra vita interiore, dove le soluzioni non esistono, esistono solo nuovi modi di porci vecchie domande. Il tutto raccontato con uno stile preciso, pulito, elegante, un ritmo incalzante e dialoghi praticamente perfetti.
“Bara di seta” di Ilaria Caffio (Solferino)
Riportami al mondo come i giorni delle albicocche, dei frutti selvatici
Nello spazio di una casa, si esplorano questioni collettive: la rabbia viva che si sedimenta in fondo alla gola quando la famiglia è un organismo spietato; il miracolo dell’amore tra sorelle, il loro abbraccio perenne in mezzo al buio. Un libro duro e poetico, capace di toccare corde profonde e universali.
“La nostalgia che avremo di noi” di Anna Voltaggio (Neri Pozza)
“Sembra che da un certo momento in poi la vita debba procedere per eliminazioni”
Uomini e donne prigionieri in legami incerti dove l’amore è assottigliato ma non esausto, abitati da nostalgie e solitudini, vittime di ossessioni sottili, in fuga dalle regole di un’esistenza che scivola verso un implacabile senso di impossibilità. Tredici racconti che parlano di disamore e di attesa, di tutte le illusioni che abitano il nostro desiderio struggente di felicità.
“Sea Paradise” di Eleonora Lombardo (Sellerio)
Rimaniamo solo noi, ultimi vecchi da smaltire, noi indeboliti dal ricordo del dolore. Noi indeboliti dal ricordo della vita.
In un futuro non troppo distante, la società si è organizzata per resistere al collasso: c’è un’unica lingua, i rapporti sono assestati sull’idea di collaborazione, i figli sono cresciuti dalla comunità, la società è egalitaria ma anche molto intransigente per chi la sfida e soprattutto: c’è un patto di solidarietà tra generazioni e, per mantenere il sistema in equilibrio, chi ha compiuto 70 anni e non ha più nulla da offrire alla società può accettare di imbarcarsi in una crociera di Stato che promette di soddisfare ogni desiderio e ogni lusso, per un’ultima volta. Un romanzo che guarda al futuro per riflettere sulle incrinature del nostro presente.
“Agata del vento” di Francesca Maccani (Rizzoli)
Teresa allora le servì la zuppa bollente, ma non era convinta, sentiva che ad Agata era successo qualcosa e quel pensiero le affollava la testa come i mosconi sugli scarti dei pesci vicino alle barche, molesti e troppo rumorosi.
Sullo sfondo di eventi realmente accaduti, in una Sicilia arcaica e selvaggia, si muovono donne che praticano riti antichissimi. Donne che conoscono i segreti delle acque e dominano gli elementi. Tra loro, Agata, che ha quindici anni e un dono raro e potentissimo che la metterà davanti a una scelta: accettare il destino che sembra essere stato scritto per lei o rimanere fedele a sé stessa?
Un libro potente e suggestivo che parla di coraggio, dolore, amori soffocati e dolorose rinunce, ma anche di natura, umanità, tenerezza e violenza.
“Magnifico e tremendo stava l’amore” di Maria Grazia Calandrone (Einaudi)
Cosa chiedi alla vita, mettendo in scena tutta questa morte?
Luciana e Domenico si innamorano da giovanissimi, ma la loro storia si trasforma presto in un inferno di violenza domestica che segna la vita di entrambi fino al 27 gennaio 2004, quando tutto precipita, e Luciana uccide con dodici coltellate l’ormai ex marito. Con uno sguardo da poeta, Calandrone rielabora un caso di cronaca nera, attraversando il mistero, le contraddizioni, la sofferenza per rintracciare dove, in un amore, si annida la vita e dove la morte.
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