Un romanzo i cui attori si muovono come zombie, alla disperata ricerca di una vita più buona. È “Se camminare fra troppo rumore” di Giusi D’Urso, storia complicata e dolorosa di Sofia – cresciuta all’ombra di un padre violento – e della sua famiglia siciliana, nella Pisa dei primi anni Ottanta
Libro dalla scrittura profonda, che accerchia, spoglia e scuote. Libro che inquieta, addolcisce, rimbrotta. Libro che conduce al pianto, che sblocca la rabbia, che accoglie i ricordi. Se camminare fa troppo rumore (224 pagine, 16 euro), di Giusi D’Urso, edito da Il ramo e la foglia edizioni, è un’opera preziosa dove le dilatazioni spazio-temporali si aprono e si chiudono come una fisarmonica, immergendo il lettore nella storia complicata e dolorosa di Sofia e della sua famiglia. Una vicenda che dura oltre due decenni, quella di una famiglia siciliana trasferitasi a Pisa ai primi degli anni ’80.
Bambina, ragazza, donna
La protagonista è una bambina, poi ragazza e infine donna, che cresce all’ombra di un padre violento e di una mamma rassegnata e incapace di reagire. Sullo sfondo la cittadina toscana, che pare respingere e non accogliere questa famigliola meridionale dentro cui si annidano tanti segreti e troppe incomprensioni. La vera forza del libro risiede nell’elaborazione stilistica che le ha impresso l’Autrice, realizzando un testo in cui ogni parola grida disagio, sofferenza, preoccupazione. La trama in sé sembra vivere in secondo piano rispetto ad una scrittura capace di allestire atmosfere cupe, violente, quasi gotiche, dove però trova spazio anche la tenerezza e qualche sprazzo di felicità, che prova a riscattare anni di vuoti e di annegamenti.
L’amicizia
L’amicizia con Filomena, l’amica d’infanzia rimasta al paese, costituisce, infine, la chiave di volta per cogliere la cifra di un libro dove ignoranza e voglia di riscatto, paura e silenzi definiscono il perimetro in cui tutto avviene, delimitano lo spazio di gioco entro il quale tutti gli attori di questo romanzo si muovono come zombie, alla disperata ricerca di una vita più buona, più giusta, che faccia, appunto, poco rumore.