Un libro bello, che non assomiglia ad altri nella scena italiana, “Melinoe vestita di zafferano”. “Sentire dire che è un romanzo inclassificabile – spiega l’autore, Nicola Brami in questa videointervista – per me è importante, nel senso che ha a che fare con una voce autoriale, con chi cerca una certa cifra stilistica…”
È un libro sorprendente Melinoe vestita di zafferano (320 pagine, 18,50 euro), pubblicato da Atlantide, secondo romanzo del bresciano Nicola Brami, che abbiamo incontrato a Palermo, in occasione della presentazione del suo libro alla Millemondi libreria, dove ha dialogato con una delle firme di LuciaLibri, Camillo Scaduto. «Sentire dire che il romanzo è inclassificabile – osserva Nicola Brami – è importante perché da lettore è qualcosa che associo a una voce autoriale». Andare oltre i generi è la sfida vinta da questo romanzo. «Da lettore – aggiunge lo scrittore lombardo – apprezzo quel qualcosa in più che fa definire un libro inclassificabile e che ha a che fare con la visione dell’autore, anche se visione è una parola abbastanza altisonante. Nel mio piccolo non ero partito per rientrare in un genere, ma per provare a trovare una certa cifra stilistica… ed è stata anche una scoperta di cose su di me. Ho focalizzato il libro su certi temi, primo fra tutti il concetto di identità e soprattutto la sua messa in discussione».
Il “matrimonio” con le edizioni Atlantide è stato celebrato in forma… tradizionale. Nicol Brami ha inviato una mail con le prime trenta pagine. E da lì è iniziato tutto. «È una casa editrice che ho scoperto leggendo Tiffany McDaniel, il suo L’estate che sciolse ogni cosa che per me è un libro eccezionale. Parlando con un altro amico scrittore gli dicevo che sarebbe stato un sogno pubblicare con Atlantide. Scritto questo romanzo ho pensato che la loro proposta editoriale potesse essere compatibile. Ci abbiamo lavorato, con Trevisani e non solo».
In Melinoe vestita di zafferano ci sono due linee narrative (ambientate una nell’hinterland bresciano, l’altra a Bologna, distanti vent’anni l’una dall’altra), Enea, un normalissimo insegnante di matematica che, rispondendo al telefono di casa, sente una voce identica alla sua, quella di qualcuno che sostiene d’essere lui. E poi ci sono il fratello del protagonista e «la Melinoe del titolo – sottolinea Nicola Brami – una ragazza affascinante e sensuale, una ninfa ctonia, una dea minore del pantheon greco che però vive nel presente. Ho scelto lei perché meno nota, altre sono già troppo sedimentate nella mente del lettore. In qualche modo si potrebbe definire l’antagonista del libro…». Incarna il tema del male che viene fatto per amore. «Cioè – puntualizza l’autore – fino a che punto è giusto inseguire le nostre pulsioni, i nostri desideri, anche quando possono nuocere ad altre persone».
Qui la videointervista integrale, buona visione
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