A caccia di qualità, lontano dal mainstream, da scelte scontate, con un’attenzione a libri dimenticati, ad autori trascurati: il talento prima dei nomi, la bellezza oltre i canoni riconosciuti. Sono le linea guida delle pubblicazioni della casa editrice Abbot, fondata nel 2020 da Luigi Petrella e Davide Callegaro. E quest’ultimo, con i suoi suggerimenti di lettura, si muove su questo solco. Leggere per credere. Nuovo appuntamento con la nostra rubrica più amata (qui tutte le puntate precedenti)
“Confessione di mezzanotte” di Georges Duhamel (Ago), traduzione di Caterina Miracle Bragantini
In una Parigi di inizio Novecento, il protagonista viene licenziato dalla ditta per cui lavora a causa di un fatto ridicolo e a dire poco maldestro. Inizia così a vagare per la città passando da momenti di grande euforia alla più profonda depressione. A cosa ci si può aggrappare?
“Domicilio sconosciuto” di Luciano Funetta (Utet)
Lo scrittore Guerra ha le chiavi dell’Istituto. Si tratta di un edificio mitologico, reale e onirico allo stesso tempo: vi dimorano tutti gli scrittori dell’America Latina. Ci si abbandona in un allucinato vagabondaggio, siamo di fronte a una vera e propria guida – obliqua e frammentaria – della letteratura del continente sudamericano.
“Il pozzo vale più del tempo” di Ginevra Lamberti (Marsilio)
La temperatura fluttua intorno ai cinquanta gradi. La protagonista di questa favola gotica è una bambina di cui si conosce poco o nulla. Il suo è un oscuro viaggio verso una salvezza tanto agognata ma non definibile. Dove si trova l’acqua? Dove si trova l’affetto degli altri umani in un mondo dominato dalla sopraffazione sui più deboli? La realtà di oggi è così distante da questa eco-distopia?
“Nada” di Carmen Laforet (Cliquot), traduzione di Barbara Bertoni
Siamo in Spagna e la Guerra civile è un ricordo fresco nella memoria. La giovane protagonista, senza genitori, si ritrova in una Barcellona cupa e decadente. Gli zii e la nonna sembrano sprofondare nella più profonda tristezza. Forse solo l’amicizia può salvarci dal grande nulla?
“Norferville” di Franck Thilliez (Fazi), traduzione di Daniela De Lorenzo
Una poliziotta e un criminologo incrociano i loro destini a Norferville, una piccola città mineraria abbandonata nel profondo nord del Québec. Al centro di tutto un efferato omicidio che fa sprofondare il lettore in una voragine. L’autore tocca questioni importanti come i drammi vissuti dalle donne delle riserve o le forti tensioni tra i nativi e la società mineraria.
“Tarendol” di René Barjavel (L’Orma), traduzione di Claudia Romagnuolo
Romanzo eccentrico per quello che è considerato il padre della fantascienza moderna. Si tratta di una grande storia d’amore tra due adolescenti. Passando per una lunga fuga, si va da una sperduta area rurale a una Parigi sfiancata dall’occupazione nazista ma animata da un forte spirito di resistenza.
“Vita immaginata di Shimon Ginzburg” di Patricia Farazzi e Jean Baumgarten (wetlands), traduzione di Francesca Bononi
È un romanzo epistolare che, tra storia vera e invenzione, ricostruisce la figura di Simone Guenzberg, un editore-tipografo ebreo. In primo piano c’è una giovane donna veneziana: si viene trasportati in un bellissimo viaggio nel Ghetto di Venezia del XVI secolo.
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