Ilias Venezis, i ricordi dolci e feroci di una terra scomparsa

Le memorie legate alle estati felici con i nonni in Asia Minore sono alla base del romanzo “Terra eolica” di Ilias Venezis. Un racconto fiabesco e magico, di comunione con la natura e gli animali, popolato da individui speciali. Il ritratto di un paradiso perduto, l’Anatolia popolata dai greci nel primo Novecento, realtà…che sarebbe stata spazzata via dai turchi 

Torna il profeta della letteratura neoellenica, ovvero Ilias Venezis, già autore de Il numero 31328. Il libro della schiavitù (ne abbiamo scritto qui). E il lettore italiano lo ritrova grazie alle edizioni Medhelan e allo stesso traduttore del precedente libro, Francesco Colafemmina, che firma anche una postfazione (mentre l’introduzione è opera del poeta Anghelos Sikelianos). Tanto disperato e violento è Il numero 31328 – che rievoca un genocidio dimenticato dalla storia, quello dei greci che vivevano in Anatolia, i mikroasiàtes, da parte dei turchi negli anni Venti del Novecento, con dinamiche simili a quelle dei lager nazisti di un paio di decenni dopo – quanto elegiaco e struggente è Terra eolica (344 pagine, 32 euro), un paradiso perduto su carta e inchiostro, che l’autore scrisse tra la fine degli anni Trenta e l’inizio dei Quaranta, quando Atene era occupata dai nazisti.

Prima della catastrofe

Questo romanzo con ampie tracce autobiografiche (presentato in italiano con grande rigore filologico) di Ilias Venezis, tradotto in molte lingue, può considerarsi un classico che restituisce l’Anatolia prima della catastrofe, del genocidio greco, della guerra fra greci e turchi del 1919-1922 e della prigionia dello stesso autore. I ricordi delle estati d’infanzia accendono Terra eolica di una luce difficilmente riscontrabile nelle opere scritte e pubblicate nel cuore del Novecento, quando la tragedia incombeva nel cuore dell’Europa. Memoria, romanzo e fiaba, questo volume impregnato di una sorta di realismo magico racconta di uomini, animali e natura in perfetto e felice equilibrio. Ci fa ricordare la bellezza dell’età più verde, attraverso quella di Petros e delle sue quattro sorelle a casa dei nonni. Il piccolo ascolta racconti, osserva gli elementi naturali, panorami e profumi, assimila storie di viaggiatori e contrabbandieri, sirene e banditi, pastori e contadini, bambini crudeli e gocce di sangue che… parlano. Il risultato è un’opera incantevole, dolce e feroce.

Passioni agli antipodi

L’esperienza delle persecuzioni e dei lavori forzati vissuti in prima persona non spensero in Ilias Venezis il desiderio di ravvivare nostalgia e bellezza, la memoria della spensierata vita da bambino in Asia minore. Lirico, a tratti audace nella struttura e nei dialoghi, con lo sguardo stupito di un narratore bimbo, Terra eolica è un’esperienza di lettura mai scontata, un tributo poetico a una terra che – c’è anche spazio per qualche presagio funesto – avrebbe cambiato connotati e alle famiglie greche che sarebbero state spazzate via. È anche, a suo modo, un romanzo di passioni amorose, che oscillano tra quelle di due fanciulle opposte, Artemis, sorella di Petros, e Doris, figlia di un aristocratico scozzese e di una donna di Mykonos.

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