Raggiungere il Brasile dall’Europa con un dirigibile era una soluzione rapida e costosa, nel 1933. A bordo del lussuoso velivolo è ambientato un poliziesco ineccepibile, “Il crimine del buon nazista” di Samir Machado de Machado. Mentre in Germania il partito nazista rafforza la posizione di potere e perseguita ogni minoranza, su un dirigibile si consuma un delitto che avrebbe come vittima un ebreo omosessuale in incognito…
Semplice, asciutto, storicamente verosimile, ineccepibile sotto il profilo narrativo. Un poliziesco decisamente politico, con uno stratagemma finale che incastra ogni pezzo a posto, per un congegno all’antica dannatamente perfetto. La casa editrice Sellerio ha pescato in Brasile un giallo che non ha niente da invidiare ai classici del genere. L’autore è Samir Machado de Machado che, con la “complicità” del traduttore italiano Vincenzo Barca, è arrivato nelle nostre librerie con Il crimine del buon nazista (187 pagine, 14 euro). C’è il delitto, c’è l’indagine, ci sono interrogatori serrati, più di un personaggio nel mirino, con qualche scheletro nell’armadio, e un primo epilogo che può lasciare interdetti, i dubbi restano nell’aria, ma l’ultimo dei dieci capitoli, ambientato qualche mese prima della storia principale, ne svela antefatti e poi – tornando nel presente – illumina soluzioni.
Una morte misteriosa nei cieli
Siamo nel 1933 e il partito nazista è in totale ascesa in Germania, con ripetute persecuzioni contro le minoranze, a cominciare dagli ebrei e dalla comunità omosessuale. Lo squarcio storico del romanzo di Samir Machado de Machado non deve comunque trarre in inganno. Chiara ed enorme è la condanna del totalitarismo che trascinò il mondo verso la seconda guerra mondiale, ma tra le righe ci sono anche attacchi neanche troppo velati alla destra brasiliana e alle sue vecchie commistioni col nazismo, oltre che all’ex presidente Bolsonaro, che ha inzaccherato il recente passato brasiliano di populismo, omofobia e violenza, non solo mediatica. Il crimine del buon nazista si svolge per buona parte all’interno di un dirigibile che collega l’Europa al Brasile (precisamente a Rio de Janeiro, con scalo a Recife), una soluzione più rapida e costosa, rispetto alla traversata dell’oceano Atlantico in nave. A bordo dell’LZ 127 Graf Zeppelin ci sono, fra gli altri, un agente della polizia criminale nazista, Bruno Brückner, un medico Karl Kass Vögler, un ex piccolo commerciante che adesso importa caffé dal Brasile, Otto Klein, un critico d’arte, l’inglese William May, e una baronessa, Fridegunde von Hatten. La violenta morte di uno di loro, verosimilmente un ebreo omosessuale in incognito, fa salire la tensione e fa scattare veloci e, forse, efficaci indagini. Il mistero va in scena nel cuore di una notte successiva a una discretamente piacevole cena proprio fra questi commensali. Gli argomenti trattati? Dall’eugenetica col «rischio» del meticciato a certe «perversioni» dell’arte, che fugge dal realismo, cercando nuove soluzioni. C’è una sostanziale unità di vedute, le idee naziste sono abbracciate con apparente disinvoltura da tutti i partecipanti alla cena.
Urgenze del passato e del presente
Samir Machado de Machado è abile a illuminare dettagli, a fornire spiegazioni credibili, a fare ragionare chi lo legge, ma anche a metterlo in crisi, ripetutamente a disagio. È una delle buone missioni dei libri. Il crimine del buon nazista è un romanzo storico (in cui fanno la loro comparsa anche personaggi realmente esistiti, come Hugo Eckener e suo figlio Knut, proprietari della flotta dei dirigibili di linea, imprenditori coraggiosamente antinazisti), un giallo e un’invettiva politica, in nome di certe urgenze del passato che restano tali anche oggi, dall’antisemitismo alla persecuzione di omosessuali e lesbiche. Leggere questo volume è un’occasione da non perdere per scoprire una voce nuova, autentica, potente.
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