La cattura del cugino Primo Levi fu una delle molle che convinsero Ada Della Torre a diventare una staffetta della Resistenza fra Biella e Ivrea. Una bella storia italiana, quella raccontata in “Messaggio speciale”. Militanza e coraggio che mostrò anche nei decenni successivi, lavorando come insegnante…
I giovani di venti anni morivano, partigiani e repubblichini.
Nel vasto panorama della letteratura partigiana, ci sono autori, spesso autrici, a cui il destino dà filo da torcere, che fanno fatica a cavalcare il tempo. Una di queste voci è quella della piemontese Ada Della Torre, figlia di ebrei non osservanti, due lauree, un lavoro alle edizioni Corbaccio, poi alla Olivetti di Ivrea, infine lunghi decenni da insegnante, e una parentela eccellente, era cugina di Primo Levi. L’arresto di quest’ultimo fu tra i motivi del suo impegno in prima persona nella lotta partigiana, si trasformò in staffetta, facendosi chiamare Adriana. Esperienza di vita, militanza e coraggio che seppe trasformare in letteratura.
Spirito civile e sabauda asciuttezza
Messaggio speciale (107 pagine, 13 euro), recuperato da Abbot edizioni – dopo la prima apparizione per Zanichelli nel 1968 e per Editori Riuniti nel 1979 – è il suo piccolo libro autobiografico: tra nomi di battaglia, fucilazioni, ponti fatti saltare in aria, rastrellamenti e imboscate, c’è una staffetta partigiana che sa districarsi e farsi valere, anche nei pressi dei nemici: il suo nome è Adriana, come si faceva chiamare Ada Della Torre, che dopo la guerra sposerà un compagno partigiano, Silvio Ortona, che in Messaggio Speciale si chiama Lungo: insieme a lui metterà al mondo tre figli. Le sue pagine si caratterizzano per sabauda asciuttezza, con alcuni passaggi lirici, e un fortissimo spirito civile.
Una frase in codice
Fra Ivrea e Biella, tra sentieri sassosi e canti di grilli, sembra di sentire, sotto le nostre stesse suole, la terra che calpesta la partigiana Adriana. La caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, è annunciata anche dalle frequenze di Radio Londra, con una frase in codice, che torna anche nei giorni successivi: «Ferruccio suona il pianoforte». È il piccolo indizio che segnerà l’inizio di un’Italia nuova, di cui Ada Della Torre è stata una delle anime più belle, con i suoi documenti falsi nel corso della Resistenza e il suo sincero anelito alla libertà.
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