“Un posto tranquillo” di Seichō Matsumoto non mette in scena la classica indagine su un delitto di sangue: un vedovo piuttosto disorientato dalla morte di infarto della moglie e di alcuni dettagli che non tornano, si cimenta con interrogatori e sopralluoghi. Non una storia di semplice intrattenimento, ma una sottile analisi psicologica e nette prese di posizione contro tradizioni, ipocrisie e contraddizioni della società nipponica
Centinaia di romanzi in curriculum non devono trarre in inganno. Nel senso che la prolificità non deve necessariamente fare accostare il giapponese Seichō Matsumoto (ok, ok, lo sappiamo che bisognerebbe scrivere il cognome ma…) a Georges Simenon. Superata questa impasse equivoca, si può ragionare sul giallista nipponico come un grande scrittore a sé, senza troppi paragoni. La riproposta in edizione tascabile di Un posto tranquillo (195 pagine, 12 euro), pubblicato da Adelphi e tradotto da Gala Maria Follaco, è un’ottima occasione per chi non l’ha ancora scoperto. I suoi gialli – ambientati in un Sol Levante novecentesco ma per molti versi anche arcaico, addirittura feudale – che hanno tante caratteristiche dei classici del genere, sono connotati anche da una felice, mai scontata, analisi psicologica, oltre che da un punto di vista sul sociale, con critiche nette a usi, contraddizioni e convenzioni, ipocrisie e abitudini del tempo, tra piramidi gerarchiche, contegno e moderazione.
Scenari impensabili
Con prosa essenziale Seichō Matsumoto (1909-1992) in Un posto tranquillo ricostruisce pensieri, parole e azioni di Tsuneo Asai, funzionario ministeriale, che una sera di fine ottobre perde la moglie, morta d’infarto in una profumeria (lontano da casa e vicino a un albergo a ore), quando si trova in missione fuori Tokyo. Ricordi, impressioni, coincidenze e ipotesi, successivamente alla tragica morte della consorte Eiko, scrittrice dilettante di haiku, conducono Asai su sentieri e scenari impensabili fino a poco tempo prima: l’uomo prefigura un tradimento della moglie con un misterioso amante, anche perché Eiko, dopo qualche problema di salute, era scostante e lontana da qualche anno col marito. Il mistero da risolvere, un mistero senza sangue, si compone principalmente di riflessioni a proposito di dettagli e conseguenze.