Ne “il rumore bianco”, piccolo intenso libro di Yolaine Destremau la voce narrante è quella di Pablo, un ragazzo autistico, o meglio la sua mente, una scatola piena di suoni, voci, odori e ricordi. Ci sono di mezzo anche un omicidio e un’indagine, ma quel che conta è l’autismo e il rispetto con cui viene raccontato…
Nel descrivere le persone autistiche spesso si usa l’espressione “isolato dal resto del mondo”, quasi come se costoro vivessero in un proprio. Non è così. Vivono nello stesso mondo di tutti. Vedono, sentono, ascoltano, assimilano, registrano suoni, rumori, voci, eventi. Il loro non è un altro mondo, bensì un altro modo di vivere questo mondo.
Nella testa di un ragazzo autistico
Yolaine Destremau ha immaginato di essere nella testa di un ragazzo autistico, Pablo, protagonista del suo racconto lungo e di raccontare una storia attraverso lui. Pablo non parla, non ha mai parlato. Ma registra tutto ciò che accade nella sua mente. Lo elabora. E lo racconta. A modo suo.
Una voce narrante che non parla potrebbe sembrare un ossimoro eppure l’autrice ha mostrato al lettore un altro modo di vedere il mondo e di raccontarlo. La mente di Pablo appare al lettore come una immensa scatola che egli ha riempito di suoni, odori, sapori, ricordi, gesti, voci, che ruotano vorticosamente all’interno di essa quasi a formare un intreccio indistricabile. Un vortice che cerca la sua via di fuga e, non trovandola attraverso il suono delle parole, si ingegna come può aggrappandosi strenuamente all’ordine creato che mai va cambiato.
Le abitudini e la madre, le certezze
La routine, le abitudini sono, per la mente di Pablo, una certezza. Gli appigli sicuri cui aggrapparsi per scalare la montagna della vita. L’altro granitico pilastro dell’esistenza di Pablo è sua madre alla quale però nasconde quello che gli è successo, quello che ha visto, quello che ha preso. Un segreto e la vita di Pablo cambia totalmente direzione.
La storia raccontata da Destremau va avanti e diventa sempre più complessa ma il punto di vista non cambia, il lettore continuerà a vedere attraverso Pablo per tutto il tempo. Sarà sempre egli la voce narrante e il tutto verrà raccontato sempre attraverso il filtro della sua mente.
Estrema delicatezza
Il libro di Yolaine Destremau racconta una storia certo. Una storia che parla anche di un omicidio e della relativa indagine. Ma è un libro che vuole narrare soprattutto dell’esistenza dell’autismo. Un modo davvero particolare per ricordare al lettore che lo spettro autistico non cancella la persona in cui si annida. E lo fa con una delicatezza estrema. Riesce l’autrice a raccontare una storia complessa in maniera non solo e non tanto semplice, quanto delicata appunto. Con rispetto.
Il rumore bianco (120 pagine, 10 euro), tradotto da Marta Giusti e pubblicato da Barta, è un piccolo libro articolato in brevi capitoli che corrispondono ai pensieri di Pablo relativi a quanto sta accadendo o alle riflessioni su quanto accaduto. Vista anche l’impostazione stessa del libro, lo stile di scrittura scelto è molto semplice, lineare, scorrevole e quasi parlato. In realtà pensato. Perché rispecchia perfettamente la trascrizione di pensieri e riflessioni.
Un piccolo libro ma veramente intenso.
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