“Scrittori in viaggio. Sulle orme dei grandi autori” è un volume di Travis Elborough che racconta spostamenti, soggiorni e pellegrinaggi di grandissimi nomi, da Hesse a Woolf, da Kerouac a Melville, da Flaubert a Blixen. Non semplici curiosità, ma l’evocazioni di luoghi fondamentali per le loro vite e le loro opere…
L’alone che circonda le opere di Hermann Hesse? Figlio di una sua deludente esperienza nel 1911 in Oriente, a Ceylon, in Malesia e in Indonesia: la durissima permanenza – temperata appena da vino rosso e oppio – in quelle terre dal clima tropicale, il caldo opprimente, la povertà, gli odori nauseabondi lo stordirono, al ritorno a casa, però «sviluppò un fortissimo interesse verso i Veda, le Upanishad, la Bhagavadgita e i Sutta buddisti Theravada». Alcune estati in Costa Azzurra, talvolta gioiose e talvolta turbolente, segnarono Francis Scott Fitzgerald e le stesure de Il Grande Gatsby e di Tenera è la notte. Una casa sull’Atlantico, sull’isola irlandese di Achill, oggi divenuta residenza per artisti, è stata un luogo dell’anima del tedesco Heinrich Böll, a caccia di solitudine e incantato dal popolo irlandese, l’unico «che non aveva mai avuto brame di conquista»; ne scrisse in Diario d’Irlanda, nel 1957, con tanto d’impulso «a un’ondata di turismo da parte dei suoi connazionali». Gin di contrabbando, vagabondaggi per strade e quartieri, il crollo di Wall Street, e la certezza dell’amore per la propria terra, nonostante i mesi trascorsi nella città più iconica degli Stati Uniti: Garcia Lorca era finito nella Grande Mela per curare la propria depressione, e da lì tornò con molti dei componimenti che sarebbero confluiti in Poeta a New York.
Conseguenze, rischi, suggestioni
Sono alcune delle storie e degli itinerari che il giornalista e scrittore Travis Elborough ha raccolto in Scrittori in viaggio. Sulle orme dei grandi autori (223 pagine, 19,90 euro), con la traduzione d’autore di Silvia Bre per le edizioni L’Ippocampo, un volume cartonato e raffinato, anche bello da sfogliare, che non è certo una guida ma una collezione affascinante di luoghi centrali nella produzione di alcuni dei maggiori scrittori di sempre, da Jack London e Hermann Melville, da Gustave Flaubert a Virginia Woolf, da Charles Baudelaire a Katherine Mansfield, per citare solo alcuni dei trentasette autori raccontati da Elborough. Viaggi, quelli dei grandi autori, con inevitabili conseguenze e ripercussioni, positive o negative, con rischi e suggestioni. Sono schegge d’avventure, affrontate con qualsiasi mezzo di trasporto, via terra, mare o cielo. Fughe, paure, dolori sono spesso all’origine di spostamenti, soggiorni, pellegrinaggi, inevitabilmente connessi con l’attività letteraria dei protagonisti.
Foto, mappe, momenti decisivi
Incoscienti, intraprendenti, a caccia di esotismo, di scoperte o solo di ispirazione (ammesso che esista, l’ispirazione…), nel volume di Travis Elborough, gli scrittori evocati in qualche modo fanno viaggiare chi legge. E leggerli è uno spasso che non bisogna negarsi, sono storie che sarebbero o sono diventati romanzo, o che hanno cambiato il corso delle vite dei protagonisti:Jack London a caccia d’oro nel Klondike, Virginia Woolf delusa dalla Grecia, Karen Blixen innamorata dell’Africa ma costretta a tornare in Danimarca, Agata Christie a bordo dell’Orient Express dopo la fine del suo matrimonio, con un nuovo incontro galeotto, l’uomo che sarebbe diventato il suo secondo marito. Non è un semplice florilegio di curiosità, tra belle foto e mappe con i percorsi compiuti dagli scrittori; il volume di Travis Elborough ci spiega l’origine di tanti libri amati, quelli di J.K. Rowling, di Sir Arthur Conan Doyle, di James Baldwin, Patricia Highsmith e Jack Kerouac.
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