Diverte, intriga e destabilizza “La vita è breve, eccetera”, raccolta di undici racconti di Veronica Raimo. Dalle pagine emergono riso amaro, languore e tenerezza, attraverso donne reali e concrete, alle prese con relazioni complesse, speranze e disagi. Le loro vite bizzarre e precarie suggeriscono di non prendersi sempre troppo sul serio…
Leggere Veronica Raimo è sempre un’esperienza piacevole, divertente, intrigante, destabilizzante. La sua scrittura è schietta, diretta, decisamente connotativa, nel senso che attraverso la parola affilata come una lama, precisa come il bulino di un incisore, ricca come l’ampia gamma di registri che Raimo padroneggia con straordinaria maestria, riesce a delineare con grande realismo situazioni, ambienti, personagge e personaggi.
Così è stato con Niente di Vero, Einaudi editore, nella dozzina del Premio Strega nel 2022; così è ora con La vita è breve, eccetera (168 pagine, 17,50 euro), sempre pubblicato da Einaudi, una raccolta di undici racconti, le cui protagoniste sono donne, concrete, reali, tanto reali che a tratti possono sembrare e assomigliare alle nostre amiche, conoscenti, sorelle o parenti.
Grovigli e cambiamenti repentini
Ciò con cui hanno a che fare queste donne è innanzitutto il groviglio delle relazioni sentimentali, in cui innamoramento, sessualità, amore, disamore, separazione, rifiuto e abbandono ora si sovrappongono, ora si stagliano a una a una sul loro orizzonte emozionale ed esistenziale, determinando vere e proprie folgorazioni, che portano a cambiamenti repentini, come pure a evoluzioni e ripensamenti di sé e delle relazioni con gli altri — non solo con i compagni e compagne, gli o le eventuali amanti.
Ne emerge un universo femminile screziato e variegato, in fase di definizione e costante evoluzione, un universo di donne che spesso si muovono sole, rispetto non solo ai propri compagni, mariti e amanti, ma anche riguardo alle proprie famiglie d’origine, cui magari non rivelano le proprie inclinazioni sessuali, il proprio disagio, le proprie speranze e aspirazioni.
La precarietà di amore e sesso
L’amore e il sesso, vissuti dalle protagoniste di ciascun racconto, sembrano sempre essere estremamente precari, casuali più che occasionali, addirittura in alcuni casi, e raramente sono vissuti con serenità o rappresentano punti fermi nelle loro vite. E, quando lo sono, è per lo più grazie al ricordo, all’azione di ripensarli e filtrarli magari attraverso il filtro della parola scritta — già, perché in alcuni racconti, le protagoniste sono giornaliste o scrittrici.
Le donne di Veronica Raimo, qualsiasi sia la loro età, qualsiasi sia il lavoro o la professione che esercitano, amano, mentono, tradiscono, fuggono e inseguono proprio come le donne reali, comuni, proprio come abbiamo fatto, facciamo o faremo tutte noi che viviamo nello stesso mondo confuso, precario e contraddittorio in cui — nella pagina — si muovono loro.
Lasciarsi andare
Si ride e sorride, leggendo questa raccolta, ma il più delle volte il sorriso e il riso si velano di amarezza, oppure languore e, in alcuni casi, anche di tenerezza. Questo grazie alla penna di Veronica Raimo che, pungente e tagliente, sa anche mostrare il lato amaro e malinconico della vita e delle “cose” — siano affetti, situazioni, persone —, non solo quello comico e sarcastico di noi tutte e tutti e della vita che, stando a queste undici storie, è davvero breve, bizzarra, mutevole e precaria.
Allora, forse, è meglio non prenderla tanto sul serio e lasciarsi andare, vivendola e vivendosi con maggiore leggerezza. Questo sembra suggerire in filigrana l’autrice.
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