Tre figlie gemelle, tre terremoti, una vita personale inceppata, una vena leggera e ironica, e una lingua frizzante e salace. “Qualcuno che conoscevo” di Francesca Mautino è il nuovo giallo in salsa sabauda, che parte da un cold case di cui si occupa un’investigatrice dilettante…
Il giallo torinese ha una nuova protagonista? Probabilmente sì. Francesca Mautino è l’autrice di Qualcuno che conoscevo (320 pagine, 16,90 euro, Longanesi, 2024), un romanzo che mescola a un cold case poliziesco pieno di ombre e misteri la voce fresca e ironica di una detective che non è tale. Siamo nella città della Mole, come iconicamente ricorda la copertina del romanzo: Valentina Bronti, trent’anni, ha momentaneamente dato uno stop alla propria vita professionale per stare dietro alle tre gemelle che ha avuto dalla storia con il giornalista Marco, e per inseguire qualcosa di sé che, sfuggente, non ha forse nemmeno chiaro di voler mettere a fuoco.
Detective improvvisata, con ironia
È proprio a partire dalle bambine che si dipana l’intreccio poliziesco del romanzo: tutto ha origine all’asilo, dall’incontro-scontro di Valentina con un’altra mamma, Chiara Barberis. È certo, infatti, che se le tre sorelline-terremoto che si chiamano Emilia, Carlotta e Anna come le sorelle Brontë (Bronti è, non a caso, il cognome di Valentina) inscenano una fuga dall’asilo coinvolgendo altre bambine, i genitori di queste non saranno poi così contenti. In Chiara Barberis e nel suo essere scontrosa, però, Valentina intravede qualcosa di più. E così, tra una casa da tenere in ordine, un David Copperfield da terminare di leggere e una relazione che attraversa un momento insidioso quanto poco chiaro, Valentina si improvvisa detective. Improvvisarsi significa giocare all’investigare senza esserlo davvero, né avere i mezzi per farlo. Ed è questa la vena leggera e ironica di questa storia dove, con un pizzico di fortuna che sempre assiste gli audaci, gli azzardi romanzeschi di Valentina, inclusi interrogatori, finte coperture e indagini sul web la porteranno in effetti sulla pista giusta del caso. Tutt’intorno, una vita personale che sembra inceppata intorno a un’aspettativa dal lavoro ormai troppo lunga per poter essere tale e a un non detto con Marco, che ora dorme nello sgabuzzino e che, proprio come Valentina, sembra sospeso in un gomitolo di contraddizioni personali nonostante le quali continua a cercare di andare avanti. Azzoppato, confuso, decisamente bizzarro, come del resto la stessa Valentina che, con la lingua frizzante e salace creata dall’autrice, racconta i suoi tentativi di restare a galla nel mare dei guai che spesso nasconde dentro l’armadio.
Una storia chiaroscura
Il lavoro di Marco consiste in una serie di podcast dedicati a cold case, casi cioè irrisolti. Ed è proprio, analogamente, in una storia di dieci anni prima che, grattando sotto la scontrosità di Chiara Barberis, Valentina si imbatte. Nel 2012 infatti la sorella minore di Chiara, Elisa, è misteriosamente sparita prima di laurearsi con una tesi dedicata a una scrittrice con cui la ragazza sembrava essersi parecchio immedesimata. Nonostante indagini e interrogatori, la polizia non venne a capo della storia, e non si ritrovò mai Elisa, viva o morta. Spinta da una sfida personale, e dal desiderio di saperne di più sulla ragazza scomparsa, Valentina cerca notizie e annota appunti sul telefono come una perfetta solutrice di enigmi, iniziando anche a fare domande e conoscere persone legate in svariati modi al caso. Grazie alla sua insistenza e a un fiuto da vera poliziotta quale non è, sarà proprio Valentina a riportare allo scoperto bugie e misteri rimasti sepolti anni fa, nel giorno di quella sparizione irrisolta. Piano piano emergeranno così nuovi ritratti dei personaggi coinvolti, tutti in chiaroscuro, venati di non detti e di fantasmi ricacciati nel dimenticatoio del tempo. Gli stessi fantasmi che agitano Valentina e Marco, sospesi tra il dolce ricordo del loro primo incontro e un presente in bilico tra le gemelle e la tendenza della giovane madre a cacciarsi nei guai con apparente leggerezza.
Scoprirsi sconosciuti
Ambientato nel corso del 2022, Qualcuno che conoscevo di Francesca Mautino ha il pregio di intrecciare insieme la piacevolezza della storia gialla in salsa sabauda a un’attualità appena trascorsa ma che ancora punta il dito contro tutti, pretendendo risposte a domande nuove. Tra una mascherina e una festa all’aria aperta per evitare assembramenti, la storia di Valentina e Marco e della scomparsa di Elisa si confronta infatti con la fragilità che, acuita dall’inedita situazione vissuta in pandemia, si è improvvisamente rivelata piena di vigore agli occhi di tutti. La fragilità di chi, apparentemente benestante e circondato di attenzioni, ha a cuore una causa e per quella si trova a fare scelte azzardate che cambieranno tutto, ma anche la fragilità di una relazione messa in bilico da inciampi professionali, oppure la labilità di un ricordo pieno di dolcezza che, tutto sommato, pur restando tale nel passato può lasciare spazio a nuove strade e percorsi in un oggi diverso. Perché non tutto ha una faccia solida e sicura: non la realtà di un’indagine apparentemente chiusa ma irrisolta, e nemmeno l’apparente fuga di una giovane laureanda, e così le versioni dei fatti di chi le stava intorno, per non dire dei sentimenti, che cambiano con le stagioni e il passare del tempo, legando i personaggi a un’immagine di sé e degli altri molto simile a qualcuno che conoscevano, ma che oggi è diventato altro. Lo scoprirà Valentina, indagando al “suo” caso, e con lei i lettori che, arrivati alla fine, si domanderanno: a quando la prossima avventura?
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