Già premio Goncourt, Laurent Gaudé torna in libreria con “Cane 51”, noir fantascientifico in cui si immagina una Grecia travolta dai debiti e acquistata da un’azienda privata. Un poliziotto indaga su un delitto, che però si rivela non essere un semplice omicidio…
Magnapoli. Tra meno di mezzo secolo. Zem Sparak batte da venti anni l’ampia infima zona 3 da poliziotto per conto delle autorità; è stato esiliato dal Pireo trent’anni prima quando la Grecia fu acquistata, schiacciata militarmente, bruciata e svuotata dai potenti privati della GoldTex; è arrivato lì 24enne e ripensa sempre ad Atene, ai giorni in cui tutti volevano partire e pochissimi vi riuscirono (trasferiti come manovalanza a Cefalonia o su altre isole sportello), solo quelli che in qualche modo avevano tradito le opposizioni popolari contro l’oppressore.
Trovare il colpevole
Poi lo chiamano sulla scena di un crimine e, come dal principio ha giurato a sé stesso e ora al morto, decide di trovare il colpevole. Il cadavere è di un caucasico sulla cinquantina, sventrato dalla gola all’ombelico. Lui però è un subalterno, deve obbedire e viene chiamato nella ricca riparata zona 2 dalla giovane poliziotta Salia Malberg, elegante e carina, capelli corti, cicatrice sull’arcata e tatuaggio sul collo, reduce dal funerale del proprio capo e mentore. Lei già sa che la vittima era residente in zona 2, inspiegabilmente in zona 3, dove Zem dovrà scavare, frugare, cercare e riferire, come un bravo cane. Fra le zone si passa tramite check-point, tutto meticolosamente controllato, tanto più che esiste una cupola climatica che protegge i residenti nelle zone 1 e 2 dai continui repentini eventi meteorologici estremi o pesanti. Quasi subito emergono gravi complicazioni: all’ucciso era stato trapiantato l’aggeggio che regala ai fortunati venti anni di longevità in buona salute, rallentando guai e rughe; siamo in piena aspra campagna elettorale per un componente della commissione Direttorio, Kanaka contro Barsok, senza esclusione di colpi; alcuni indizi conducono al primo (anche l’omicidio di una magnifica escort della zona 3, che lo visitava spesso), mentre il secondo sa tutto delle antiche storie di Zem in Grecia; si rischia l’implosione.
Il futuro della Grecia
Il grande scrittore e drammaturgo francese Laurent Gaudé (Parigi, XIV°, 1972) vinse giovane il Premio Goncourt (2004) e continua a pubblicare romanzi di notevole qualità, anche questo recente Cane 51 (240 pagine, 18 euro), pubblicato da e/o, noir fantascientifico, speculative fiction di forte impatto geopolitico e sociale. La narrazione è in terza varia, al passato, sulla fine della Grecia travolta dai debiti e sulle Grandi Sommosse represse da GoldTex, e al presente, sulla Magnapoli attraversata da eccessive diseguaglianze e dalle “solite” lotte per un potere crudele e cervellotico.
Amori e droghe sintetiche
Il protagonista amava Lena ad Atene e conosce meglio Salia nel Love Day (che i potenti incentivano con benevolenza ogni anno), è comunque sempre turbato e sconvolto, si concede spesso di obnubilarsi attraverso pasticche di droghe sintetiche che drenano ricordi e dolori, riconosce propri antichi orridi errori e mantiene saldi alcuni alti principi, nonostante ben sappia di essere ormai solo un cane (da cui il titolo). Non risulta mai, comunque, l’unico sulla scena: i quaranta brevi capitoli con titoletti esplicativi riguardano svariati personaggi della vita sulle strade, nelle bettole e nei tuguri, nei palazzi e nelle ville della megalopoli. Conosciamo lentamente il contesto a lui oggi contemporaneo, soprattutto grazie alle coraggiose gesta del primo oppositore braccato Joe Mafram, alto dirigente con sontuosa dimora in zona 1, entrato in clandestinità e fondatore del movimento BreakWalls per la soppressione dei check-point. Quando Salia decide di raccontarsi mette a tavola anche una bottiglia di buon vino rosso. La musica purtroppo viene sparata assordante tramite un casco torturatore, insieme a immagini che dureranno decenni.
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