Un mozzo di una delle navi di Cristoforo Colombo è il protagonista del più recente romanzo di Fabio Genovesi, “Oro puro”. Un libro che è al tempo stesso romanzo storico, d’avventura, di formazione e favola d’amore…
Ce n’è per tutti i gusti con l’ultimo romanzo di Fabio Genovesi, Oro puro (444 pagine, 20 euro), edito da Mondadori.
La storia, le storie
È un romanzo storico. Corre l’anno 1492, l’anno in cui l’impresa di un visionario ha cambiato per sempre la storia, e la geografia, del mondo e l’intera umanità.
È un romanzo d’avventura, nell’accezione più classica del termine. Il racconto di un viaggio straordinario tra le insidie dell’Oceano, tra la bonaccia mortifera dei sargassi e la furia delle tempeste, alla scoperta di nuove terre e di tesori preziosi.
Verosimiglianza e padri
È un romanzo di formazione. La storia, verosimile (Colombo parla nei suoi diari di un mozzo inesperto che causò l’incidente che avrebbe cambiato il corso della storia) di Nuno, sedicenne ebreo di Palos che, cresciuto tra le prostitute del porto, sa leggere e scrivere e, imbarcatosi per caso sull’ammiraglia delle tre caravelle, diventa lo scrivano di Cristoforo Colombo. Tra gli uomini dell’equipaggio, scalcinati avventurieri, per lo più fuggitivi o pendagli da forca, Nuno imparerà la saggezza dell’uomo di mare e troverà, tra quegli improbabili mentori, il surrogato di una figura paterna che non ha mai conosciuto.
È un favola sull’amore, quel sentimento che non si può governare e che travolge come un maremoto.
Infine, si chiude con un disperato tentativo salvifico affidato ad un messaggio nella bottiglia: “Non cercate nuove terre ma fate cose nuove. Buona fortuna.”
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