Solidarietà, coraggio, speranza: le donne di Stefania Rossotti

Nel romanzo “Una vita e altre notti” di Stefania Rossotti la storia di tre donne con i loro guai, un passato sbagliato e un presente tutto da decifrare. Protagonista una giornalista decisa a lasciare la professione, la migliore amica e la di lei figlia, incinta…

Due lotte. da una parte quella contro l’ansia – che si dispiega tra i pensieri, specie di notte – contro il mal di vivere, contro i ricordi dolorosi, contro la solitudine che paralizza. Dall’altra una battaglia non meno cruenta, alla luce del sole, quando riesce a tenere a bada le vibrazioni negative, la battaglia per salvare se stessi e quelli che ci stanno a cuore, la propria vita e il destino di quella della figlia della propria migliore amica.

Io so di essere una donna che non ha mai voluto: un figlio, un cane, una macchina lenta, un amore che fa male. Sono così, lo so di giorno e lo capisco meglio di notte, quando il dolore dell’abbandono, il mio spavento di bambina, viene a trovarmi e io sento che mai potrei viverlo di nuovo.

Un mestiere in crisi, un mistero da celare

La protagonista di Una vita e altre notti (137 pagine, 13 euro), pubblicato dalla casa editrice toscana Barta, nuovo romanzo di Stefania Rossotti (per lei già tre titoli con Mondadori) è una giornalista che non sta più bene nell’alveo del mondo dell’informazione del ventunesimo secolo, vedova (il suo Giorgio è morto in un incidente), alle prese con una crisi interiore che incontra un altro dolore, quello della giovane Lea: figlia di una militante dei diritti delle donne, la sua migliore amica Marta, che irrompe a casa della protagonista e voce narrata; è incinta, dopo uno stupro ad opera dell’ex fidanzato, vuol tener il bambino ma allo stesso tempo nasconderlo alla madre.

Il ritmo della notte, il fascino delle frasi

L’amicizia e la solidarietà tra donne, donne completamente diverse fra loro, il coraggio di non arrendersi e di stanare la speranza di rinascere. Le pagine di Stefania Rossotti (nella foto di Fiorella Cerato) scorrono tutt’altro che placide. I dialoghi notturni, con quel grumo di emozioni negative che la protagonista chiama in modi sempre diversi, hanno un ritmo; le pagine diurne un Dna più riflessivo, meno inquietudine, meno panico. Ma la mescolanza è ciò che non fa mollare la lettura, il fascino del vento delle frasi spira inesorabilmente, come i sentimenti vivi che stanno a galla. uno, in particolare, fortissimo, l’amicizia per sempre, davvero oltre i limiti del tempo.

Pensi che i morti muoiano? Be’, non è vero. Se tu avessi un naso per sentire il profumo di chi è stato, se avessi mani per toccare quel che non c’è più, se avessi gambe per far cambiare direzione al tempo. Se avessi u corpo sapresti che cosa intendo.

Gli uomini scomparsi, vigliacchi, non all’altezza

Tra perdite, burrasche e oblio con cui fanno i conti le donne, colpisce come gli uomini siano in qualche modo “esiliati” da questo romanzo: nel migliore dei casi tragicamente scomparsi, o carnefici, quasi sempre vigliacchi, non all’altezza, scomparsi dall’orizzonte, incapaci di contare qualcosa nel firmamento delle donne, che fanno tutto da sole, pensano, agiscono, rilanciano, si mettono alla prova (pure in momenti di fragilità e indecisione), cercando di far prendere la direzione giusta alla propria vita, anche con decisioni che possono sembrare estreme, a cominciare da quella della protagonista, che vuol bruscamente interrompere la propria carriera. Una vita e altre notti è un romanzo tanto breve quanto travolgente, una bella scoperta

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