Elsa Morante e la sola felicità di un’anima infelice: scrivere

“Elsa Morante. L’incantatrice”  è la maxi-biografia di una donna e scrittrice salita sulle spalle dei giganti, scritta da Rossana Dedola, docente universitaria e psicologa junghiana. Anima che ardeva di anarchia e allegria, tra relazioni burrascose, generosità e irrequietezze, la Elsa Morante ritratta ha un percorso umano e artistico unico…

Dal Testaccio («periferia nel cuore di Roma») alla fama internazionale, dalla società letteraria capitolina alla malattia e all’isolamento, in mezzo successi, depressioni, polemiche, colpi di testa e devozione assoluta alla letteratura. È quello che si trova in una biografia vecchio stile, con dovizia di particolari, minuziosa, talvolta capziosa se non aleatoria (quando guarda tutto da una prospettiva junghiana, con interpretazioni probabilmente azzardate…), collettiva – figlia di testimonianze, lettere, documenti, fonti d’archivio – capace di divorare ogni minimo dettaglio dell’esistenza di un genio irrequieto, compressa in più di cinquecento pagine fitte fitte. Rossana Dedola – docente della Normale, insegnante di psicologia presso prestigiosi istituti internazionali, autrice di più di un libro su Grazia Deledda – ha scritto una memorabile maxi biografia di una donna che ha diviso l’Italia (si pensi al gran dibattito dopo la pubblicazione de La Storia, ad esempio, ne abbiamo scritto qui), di una scrittrice che è stata ed è amata, di un’anima che ardeva di anarchia e allegria, di una ragazza di pochi mezzi, spesso invischiata in amori impossibili, sempre alle prese con burrascosi rapporti d’amicizia e d’inimicizia.

Sensibilità, traumi, successi

L’ennesima biografia dedicata all’autrice di Menzogna e sortilegio e La Storia è stata scritta dall’osservatorio speciale di Rossana Dedola che, per deformazione professionale, ne scandaglia sensibilità, traumi familiari, fragilità, scontrosità, aspetti oscuri, punti di riferimento (a cominciare dai poeti Saba, Penna, Rimbaud) motivi psicologici, a cominciare dai riflessi di un aborto vissuto poco più che maggiorenne. Un punto di vista che non compromette la leggibilità e il ritmo di Elsa Morante. L’incantatrice (564 pagine, 28 euro), pubblicata in una bella collana della casa editrice Lindau, Le Comete. Il percorso umano e quello artistico di Elsa Morante, figlia di una maestra pioniera del metodo Montessori, si intrecciano indissolubilmente e Rossana Dedola è abile nel rendere conto di tutto ciò che viene riversato sulle pagine, in seguito a fughe, crisi, affermazioni, riconoscimenti (specie da parte di colleghi scrittori, Italo Calvino, Cristina Campo, Anna Maria Ortese, Natalia Ginzburg), vacanze, turbolenze della coppia coniugale che formava con Alberto Moravia, adultero impenitente. Icona fedele al proprio talento e al proprio destino, la Elsa Morante immortalata in questo volume si muove in una società letteraria maschilista e tutt’altro che progressista a dispetto del neorealismo dominante, a cui Elsa Morante contrappose subito il suo stupefacente debutto, Menzogna e sortilegio.

In lotta con fantasmi e tragedie

Una combattente sensibile, una donna consapevole del proprio talento, ma perennemente in lotta con fantasmi, tragedie e dubbi, perfino con il pensiero del suicidio. Generosa e irascibile, irrequieta e geniale, fra slanci e cadute, nella morsa di innamoramenti infelici. Non in ombra rispetto ai giganti che frequentava nella propria quotidianità, ma abile a salire sulle loro spalle, in scioltezza poi. Rossana Dedola si muove con naturalezza nella vita di Elsa Morante e in tutte le sue mirabili epiche anomali, spiegando molto bene la genesi, specie quella più intima, di ciascuna sua opera, chiarendo la sola felicità di un’anima infelice, la scrittura.

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