Brodskij, quel rimorchiatore eroe del quotidiano come un poeta

Semplice e bella, una lunga poesia impreziosita dalle illustrazioni di Igor’ Olejnikov: è “La ballata del vecchio rimorchiatore” di Josif Brodskij, struggente metafora del poeta, tra spirito di servizio e senso del dovere, sogni irrealizzabili e un destino comune, che tutti attende

Nella considerazione di Josif Brodskij siamo più vicini a Calasso, che ha ottenuto di essere seppellito vicino a lui, nell’isola di San Michele, a Venezia, che a Limonov, il quale con diplomazia, in qualche intervista, sosteneva di avere un rapporto di amore-odio con il premio Nobel, salvo poi detestarlo in privato, come emerge anche dal libro che gli ha dedicato Carrère («Brodskij è un poeta sopravvalutato, abile manager di sé stesso», si legge nella più famosa delle opere dello scrittore francese). C’è una stupenda poesia, lunga un albo per i più piccoli, illustrata da un artista come Igor’ Olejnikov (qualche anno fa vincitore del premio Andersen) che è stata pubblicata da Adelphi, con la traduzione di Serena Vitale: La ballata del piccolo rimorchiatore (32 pagine, 18 euro).

Accogliere e congedarsi

Un libro di bellezza indicibile nella sua semplicità, che anche gli adulti potranno apprezzare, con protagonista un rimorchiatore («Qualcuno deve pur restare accanto a questa terra») chiamato come un antico eroe, un gigante, Anteo, in servizio al porto sulla Neva di San Pietroburgo: accompagna le navi che salpano e che vengono a ormeggiare («Non dovete compatirmi/ se non posso seguirvi»), ascolta, in lingue diverse, racconti da chi arriva da lontano e ha solcato acque esotiche. Dà una mano, accoglie, si congeda, sembra avere sempre una buona parola e un buon pensiero per tutti, con coraggio e felicità. Assomiglia ai poeti, che restano dove c’è bisogno di loro…

Viaggi immaginati

Una vita, quella del rimorchiatore, del poeta (o anche solo di un uomo senza particolari carismi, se non la buona volontà), fatta di fedeltà al quotidiano, di senso del dovere, di dignità, di voli pindarici non reali ma solo sognati. Tra il mare e il cielo ci sono solo lui, il suo spirito di servizio e i fumi delle ciminiere. Si sfama col carbone e può solo immaginare di attraversare l’oceano, ma non ha nessun viaggio in programma se non l’estremo per definizione, con destinazione sconosciuta, «da dove ancora, vuole la leggenda, nessun rimorchiatore è mai tornato».

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