Torna “Hollywood Babilonia II” del leggendario regista Kenneth Anger. Irriverente e sincero fino alla nausea, rovista nella spazzatura del cinema americano e fa letteratura, raccontando pettegolezzi, autodistruzioni e scandali di grandi e piccoli protagonisti del cinema americano. Un racconto disinvolto e senza censure, reso da uno sguardo sarcastico e malizioso
Raccontava Kenneth Anger, morto nel 2023 a 96 anni, di avere da tempo scritto il terzo volume di Hollywood Babilonia, ma che non s’azzardava a pubblicarlo per non restare impigliato in strascichi legali intentati da Scientology e dai suoi alfieri più illustri, a cominciare da Tom Cruise, protagonisti del capitolo più scottante. Anger è stato un leggendario e controverso cineasta, protagonista della cultura underground, pagano e satanista, ispirato da Aleister Crowley, omosessuale. E ha scritto due libri fantastici, dissacranti e feroci, Hollywood Bailonia e Hollywood Babilonia II, rispettivamente nel 1959 e nel 1984. Negli ultimi anni Adelphi – che inizialmente li aveva fatti tradurre e pubblicare nel 1979 e nel 1986 – ha ridato nuova vita a questo dittico, nella collana tascabile, nel 2021 è toccato al primo volume e recentemente a Hollywood Babilonia II (475 pagine, 18 euro), traduzione di Davide Tortorella, che oltre al testo offre tantissime magnifiche foto in bianco e nero.
Dall’Olimpo alle macerie
Come nel primo volume della serie, a lungo bandito negli Stati Uniti, anche nel successivo Kenneth Anger, contro quelli che benpoensano, sciorina tutte le proprie conoscenze in fatto di scandali, veri o presunti, del cinema, tirando fuori da sotto il tappeto polvere, vizi, segreti e misfatti di alcune grandi star cinematografiche. Punto di riferimento della controcultura e del cinema visionario, Anger, con una lente d’ingrandimento e un talento innato per la scrittura, non risparmia nessuno, regalando capitoli godibili su capitoli godibili. Nel corso del Novecento la settima arte, specialmente in salsa americana, si è lentamente trasformata da Olimpo abitato da divinità, da fabbrica dei sogni a collezione di scandali e scandaletti, a macerie che travolgono miti e starlette, ninfette e figuranti; il “cronista” Kenneth Anger fa diventare oro il pettegolezzo e il chiacchiericcio, depressione e autodistruzione, i tradimenti, i suicidi, il consumo di droghe e la sessualità più disinvolta.
Dean, Gable, Hayworth, Hitchcock…
Date uno spunto pruriginoso, torbido e sordido ad Anger e vi solleverà il mondo. I gossip più scabrosi esaltano la sagace penna del regista. Irriverente, irrispettoso, sincero fino alla nausea, il regista di Scorpio Rising è sempre molto diretto, pescando laddove genio e sregolatezza s’innalzano, sul grande schermo e nella vita: alza il sipario su James Dean, morto a 24 anni, non prima di aver collezionato coiti promiscui, sesso notturno all’insegna del sadomasochismo e sigarette spente sul petto, oltre ad avere evitato l’arruolamento nell’esercito per avere baciato il medico alla visita. «Jimmy aveva le piattole – si legge in Hollywood Babilonia – ma anche un carisma immortale›. E che dire di Big Bill, al secolo William Tatem Tilden II, grandissimo tennista di inizio Novecento, poi attore nei film muti? Arrestato nel 1946, «la sua croce e la sua delizia erano i ragazzini». E poi le ossessioni morbose e voyeuristiche di Alfred Hitchcock, la malattia mentale di Rita Hayworth, l’allontanamento del primo regista, George Cukor, di Via col vento su esplicita richiesta di Clark Gable (temeva che Cukor sapesse della relazione gay che anni prima il noto attore aveva intrattenuto col collega Bill Haines). E decine e decine di altre storie da far impallidire l’attuale show-biz. Allusivo, sarcastico, malizioso, esplicito Kenneth Anger rovista nella spazzatura e fa letteratura. Non è poco.
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