Torna Sara Mesa. Dopo la pubblicazione di “Un amore” (ne abbiamo scritto qui), che le è valso l’inserimento nella cinquina del premio Strega europeo 2022, La Nuova Frontiera propone un suo nuovo romanzo, “La famiglia”, tradotto come il primo da Elisa Tramontin. Sara Mesa imbastisce una storia corale, che attraversa i decenni attraverso una famiglia apparentemente ordinaria tra autoritarismo e obbedienza, vergogna e silenzio. Per gentile concessione dell’autrice e dell’editore pubblichiamo il primo capitolo
La casa
Guardala dall’occhio del sogno. Il corridoio come centro geografico e frontiera. Stanze sui due lati. Percorrilo senza essere vista, da un estremo all’altro. Oppure attraversalo, da una camera a quella di fronte, con un salto pulito. Arrischiati a entrare. Forse dentro c’è già qualcuno, non lo sai. Se così fosse, non fiatare, desisti. In caso contrario, non mettere il chiavistello. Il chiavistello non c’è.
Guardala bene, prima di svegliarti. I punti ciechi e le tane. Parole che significano l’esatto contrario di ciò che sembrano, sibilline. Il pettine che traccia l’ordinata riga in mezzo e il groviglio di capelli sotto il materasso. Le ante dell’armadio che non si chiudono del tutto. La fessura che rimane. Gli occhi che spiano.
Non smettere di guardare, ora che ce l’hai davanti, in fiamme dietro le palpebre. Calcola quanti passi ci sono tra un angolo e quello opposto. Sii precisa, è importante. Cogli le differenze tra il clic del pomello quando si chiude e il clic di quando si apre. Identifica il ronzio del telefono un attimo prima che squilli. Calibra il volume della tua voce nella risposta, modula con cura la messinscena.
Guarda la luce che entra dal vetro e colora il legno di pino dei mobili. Guarda come rimbalza e si scaglia sulla parete a buccia d’arancia, luccica nello specchio del santuario coniugale, si frammenta e torna a fuggire dal balcone, svelta e sfrontata. Guardala spargersi sui gerani, umida e fresca, verso la strada proibita, i marciapiedi di fango, i cani randagi e la birra fredda che bisogna bere fuori, mai dentro.
Guarda con attenzione, ma non dire niente. Solo guarda e impara.
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