Sui social è protagonista della promozione della lettura, con un approccio originale e scanzonato, Carlotta Sanzogni. Ed è curatrice, con il fotografo Pietro Baroni, di “Dove si scrive, come si scrive”, volume collettivo con gli interventi di ventotto autori italiani. E, in questa videointervista, desacralizza anche loro: “Mi piaceva far emergere la loro anima, gli scrittori hanno una vita abbastanza comune…”
Promuovere la lettura in modo scanzonato e autoironico, ragionare di libri e autore da una prospettiva diversa, non omologata, ma che magari presto raccoglierà epigoni. La “missione” sul web di Carlotta Sanzogni, che si occupa della comunicazione social del Libraccio, è piuttosto chiara. Ma il vulcano che è in questa giovane milanese sgorga lava in mille direzioni. L’ultima è un libro che ha curato per Rizzoli, assieme al fotografo Pietro Baroni. Coinvolgendo ventotto protagonisti della letteratura italiana contemporanea. «Gli autori coinvolti – osserva Carlotta Sanzogni in questa videointervista – sono stati tutti molto disponibili e contenti di aderire, forse perché non si avvicinava a niente di fatto prima, almeno in ambito italiano. Diciamo la verità, questi sono progetti che si sposano per l’idea, non certo per arricchirsi. Avevano totale libertà, dalla fiction alla biografia, l’importante che nel testo ci fosse una citazione del rapporto fra spazio e scrittura, ognuno poteva sfiorarlo come preferiva».
Testi e foto dialoganti
Carlotta Sanzogni («Non sono una scrittrice, sono molto brava a leggere», dice di sé) ha curato per la collana Argento Vivo dellsa casa editrice Rizzoli il volume Dove si scrive, come si scrive (231 pagine, 17 euro), una miscellanea di 28 testi, scritti da alcuni dei maggiori scrittori italiani, affiancati da nomi emergenti della narrativa nostrana; i testi, brevi o brevissimi racconti sono corredati dalle fotografie di Pietro Baroni e con esse dialogano. Sono pagine che raccontano gli spazi e i tempi della scrittura, spesso lontano da stereotipi.
Diversi da come li immaginiamo
«Non ci sono – chiarisce Carlotta Sanzogni – le immagini degli scrittori con la mano che tiene la testa. Non è un libro in cui le foto sono a servizio dei testi e viceversa, c’è un dialogo. Io e Pietro Baroni da tempo avremmo voluto fare qualcosa assieme. Ne abbiamo parlato con Paola Beretta, editor della Rizzoli, che si è innamorata del progetto. C’erano nomi che tenevo ad avere, sia per questioni di rapporto e stima. Li abbiamo immaginati intenti a scrivere, chiusi, indisturbati, quasi in luoghi sacri, adesso sono molto spesso persone che anche se hanno vinto il premio Strega, fanno altri lavori, partecipano a conferenze, viaggiano tanto, spesso la scrittura si interseca con questo tipo di vita. Mi piaceva far emergere la loro anima, mi piace che una serie di racconti faccia emergere il fatto che gli scrittori sono molto simili a noi, non una specie diversa, hanno una vita complessa ma anche abbastanza comune…».
Qui la videointervista integrale, buona visione
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