L’ultimo romanzo-testamento di Georges Bernanos è “Monsieur Ouine”: in un piccolo borgo in cui dilagano inquietudine e delitti, odio e diffidenza, un solitario insegnante in pensione è una sorta di sacerdote del diavolo, uomo senza Dio in un mondo senza Dio
L’ultimo inquietante libro edito in vita. La pubblicazione all’estero, in Brasile, tre anni prima che in patria. La lunga gestazione. Un sospetto unanime, cioè un giudizio approssimativo, appena abbozzato dai più, a causa di una presunta difficoltà di lettura, di un’oscurità di fondo respingente. C’è una specie di leggenda nera che avvolge non il più noto volume di Georges Bernanos, che è Diario di un curato di campagna, ma la chiave di volta finale, l’epilogo di una profondissima avventura umana, letteraria e religiosa. Rispolverando Monsieur Ouine (280 pagine, 20 euro) la casa editrice messinese Bordolibero ha fatto un regalo vero ai lettori, visto che l’edizione originale, con la stessa traduzione di Carlo Bo, risaliva al 1949 ed era stata pubblicata nella collana mondadoriana della Medusa. In anni recenti era possibile leggerlo solo nel Meridiano che raccoglie i romanzi di Georges Bernanos.
Tanti gesti efferati, la grazia latita
Il dotto signor Ouine (nel suo nome convivono doppiezza e contraddizione, affermazione e negazione, sì e no; un nome che è un ossimoro come lo scrittore Onoff, protagonista di un un film di Giuseppe Tornatore, Una pura formalità), che dà il titolo al magistrale romanzo di Bernanos, è un enigmatico insegnante in pensione che vive in un castello, sorta di sacerdote del diavolo, uomo senza Dio in un mondo senza Dio, solo uno dei tanti personaggi sopra le righe del villaggio di Fenouille, dove il male dilaga, fra dolore e solitudine. Un borgo, con gli archetipici personaggi del caso (sindaco, medico e curato – unico antagonista del male, il sacerdote, che non teme di dialogare col signor Ouine), descritto come un inferno di odio e diffidenza, in cui, apparentemente senza legami fra di loro, si sprecano i gesti efferati, dall’omicidio, forse culmine di un agguato sessuale, al linciaggio, al doppio suicidio, all’aggressione. Il diavolo o, meglio, il male dilaga e coinvolge tutti, anziani e giovani, s’incarna in ogni individuo e sembra oscurare qualsiasi tipo di grazia divina…
Segreti, paura, vuoto
Magistrale e sfuggente Bernanos si congeda con un colpo di teatro che più nero non si può, questo volume, tra atmosfere e sensazioni, che sembrano ben più concrete delle azioni. Da una parte i segreti di ogni singolo abitante del borgo di Fenouille, dall’altra la paura che il signor Ouine incute a tutti, tranne che all’orfano adolescente Philippe, detto Steeny, irrequieto, fra accessi di buon cuore e di furore. E, sullo sfondo, il vuoto esistenziale, il male che persiste nonostante la venuta di Cristo e il suo sacrificio, un pessimismo sostanziale sull’orlo del precipizio della vita. Scuote e mette a disagio come solo i libri veri sanno fare, un recupero importantissimo questo di Monsieur Ouine di Georges Bernanos.
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