Sarah Thankam Mathews, allieva dello Iowa Writers’ Workshop, esordisce con “Tutto questo sarebbe stato diverso”, storia di Sneha, una giovane indiana cresciuta negli Usa, delle sue relazioni difficili, col passato (quando ha subito un abuso) e nel presente (quasi nessuno sa che le piacciono le ragazze…)
Milwaukee, Usa, anni Dieci del Duemila. Sono questi lo spazio e il tempo (iniziale) di un magnifico romanzo, splendidamente immerso nella contemporaneità, toccante e divertente. Protagonista e voce narrante una giovane immigrata indiana che – fra traumi, cambiamenti e insicurezze – cerca un posto nel mondo, che impara a ribellarsi ai limiti imposti dalla società che la circonda, che si confronta con la propria identità sessuale, con i sentimenti, in particolare con l’amicizia, che fa i conti con il mondo del lavoro, in seno a una multinazionale. Sarah Thankam Mathews ha studiato nella formidabile fucina dello Iowa Writers’ Workshop ed è possibile immaginare che qualche elemento della propria vita sia stato riversato nel suo romanzo di debutto arrivato in finale al National Book Award nel 2022 (anno in cui ha vinto il bellissimo La gabbia dei conigli di Tess Gunty), Tutto questo sarebbe diverso (319 pagine, 20 euro), tradotto da Francesca Pellas per la casa editrice Bollati Boringhieri.
Un lavoro in fretta
Sono umanissimi e pieni di spessore, galleggiano in un vertiginoso caos, i personaggi di Sarah Thankam Mathews (nella foto tratta dal suo sito), a cominciare dalla protagonista, Sneha, poco più che ventenne indiana, laureata, vive da sola negli States da quando ha diciassette anni, subito al lavoro per una grande azienda e in grado di far stare tranquilli i genitori (che per lei si sono sacrificati tanto), costretti a rientrare in patria per l’esito controverso di un processo a proposito di visti lavorativi contraffatti.
Non mi consideravo una venduta. Sentivo piuttosto di essermi salvata. I miei compagni senza lavoro erano tornati a vivere in famiglia, facevano stage non pagati in lodevoli no profit. Auguravo loro ogni bene. I miei genitori erano lontani, mi avevano lasciata nel nuovo paese affinché mi facessi strada. Ero contenta che per il momento non avessero bisogno di farsi mandare dei soldi. Non era sempre stato così.
Le app di appuntamenti
Nel suo passato c’è un episodio oscuro, di abusi, che si trascina ancora dietro e la realtà che le rimbalza addosso, però, è fatta di diffidenza e razzismo – ad eccezione della cerchia di amici e fedelissimi, in particolare il collega Thom e l’amica Tig – di un amore, quello per una bellissima ballerina, Marina, che la metterà a dura prova. Anche perché a Sneha piacciono le ragazze, ma la cosa non è di dominio pubblico, non lo sanno nemmeno i suoi genitori: utilizza le app di appuntamenti, presentandosi solo con la sua iniziale, S.
Echi e originalità
Nei ringraziamenti Sarah Thankam Mathews indica qualche punto di riferimento niente male, Arundhati Roy, Jamaica Kincaid, Teju Cole. E si può dire che echi di questi autori si sentano fra le sue pagine, anche se il processo di scrittura è comunque molto originale, il tono sarcastico e il linguaggio molto attuale.
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