Tre madri divorziate, anche per i loro poteri soprannaturali, danno scandalo in un piccolo centro della provincia americana fra anni Sessanta e Settanta. Torna un classico di John Updike, “Le streghe di Eastwick”, una picconata al perbenismo a stelle e strisce e una riflessione sull’assenza di senso delle nostre vite
Dimenticate il film della fine degli anni Ottanta. Dimenticate Cher, Susan Sarandon e Michelle Pfeiffer. Dimenticate Jack Nicholson. Niente Hollywood e niente iconiche star. C’è un’opera atipica di un grandissimo romanziere e cantore della middle class americana, a cui bisogna accostarsi con cura e attenzione, con rispetto. Per chi non l’ha mai letto, sarà una favolosa scoperta, che nulla ha a che vedere con il libero adattamento cinematografico. Per chi ne conosce le precedenti versioni in italiano, prima, quasi quarant’anni fa, da Rizzoli e successivamente da Guanda, sarà l’occasione per apprezzare l’operazione di recupero di John Updike che porta avanti la casa editrice Sur, oltre gli steccati di Harry “Coniglio” Angstrom, figura emblematica ma che limita troppo l’immaginario attorno ad Updike, campione di versatilità e di stile, capace di scrivere grandi cose, al di là dei generi e dei personaggi.
Matrimoni a pezzi
La nuova e bella, da guardare, da toccare, edizione de Le streghe di Eastwick (380 pagine, 20 euro) si avvale della traduzione di Lorenzo Medici. E, più che indagare fantastico e soprannaturale, cosa che a suo modo fa, questo romanzo di un cattivissimo e magistrale John Updike, con la sua prosa più implicita che esplicita, è una satira corrosiva ed esilarante della provincia americana più bigotta tra fine anni Sessanta e primi Settanta, attraverso un immaginario piccolo centro del Rhode Island («Il mozzicone del creato»,«La fogna del New England»), Eastwick, in cui non mancano scandali, tradimenti, morti violente. Alexandra, Jane e Sukie sono tre madri con matrimoni a pezzi alle spalle e, proprio in virtù di questo, sono tre streghe dai poteri soprannaturali, che fanno scandalo scalfiscono l’aura puritana della loro cittadina e, partendo da giochi apparentemente innocenti, contribuiscono a danni irreparabili.
L’equilibrio rimescolato
Tra bevute, orge, dialoghi espliciti e avventure erotiche, le tre donne – che si incontrano ogni giovedì – raggiungono un equilibrio, rimescolato però da un personaggio maschile arrivato da New York, l’ambiguo e ricco Darryl Van Horne, volgare, tutt’altro che elegante (con l’obiettivo di realizzare una vernice fotovoltaica), eppure in qualche modo magnetico, capace di incoraggiare le loro vocazioni artistiche e di attirarle, alla ricerca del piacere, nella sua avveniristica villa, che lentamente perderà il fascino dei primi tempi, scivolando in un inesorabile declino…
Fra caso e caos
Peripezie e incantesimi, malefici e malattie, stagioni che si susseguono e scandiscono la storia, John Updike non nega niente alle proprie pagine e alla proprie “eroine”. Rancori, rimpianti, illusioni e miraggi come proiezioni di desideri, e una sottile riflessione, fra caso e caos, sull’assenza di significato di molti avvenimenti delle nostre vite. I lettori che amano Updike e quelli che devono ancora scoprirlo, si delizieranno con questa nuova traduzione de Le streghe di Eastwick.
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