Uno struggente amore giovanile che non riesce a resistere al tempo e una Scozia di miniere e dolori nel romanzo sorprendente di Tom Hanlin, “Una volta sola nella vita”, pubblicato per la prima volta negli anni Quaranta del Novecento e tradotto da Giorgio Manganelli. Libro sentimentale, sociale ed esistenziale…
Non avete mai letto una storia così, o l’avete letta mille volte. Parliamo di un amore che segna, ma che non dura, che non è eterno, ma che cambia l’esistenza. Non semplici ribaldi fremiti giovanili, ma un sentimento irrisolto, difficile e costante, offuscato, ma non del tutto spento. Molti si riconosceranno – è di questo libro che stiamo parlando – in Una volta sola nella vita (161 pagine, 15,90 euro) dello scozzese Tom Hanlin, morto appena quarantottenne nel 1953. Un romanzo che in Italia ebbe molto successo nel 1947, per i tipi di Mondadori, e che adesso è tornato per Graphe.it edizioni, a cura di Niccolò Brunelli. Come se non bastasse la traduzione d’autore, ora come allora, è quella di un maestro, Giorgio Manganelli.
Destini segnati
Frank Stewart e Jenny Dewart sono adolescenti col futuro segnato, figli della classe operaia: lui destinato a lavorare in pozzi e miniere, ad affidarsi ai sussidi, quando resterà disoccupato, e talvolta a qualche fantasioso espediente; lei, messi alle spalle gli studi, sguattera in grandi case di famiglie benestanti. Li conosciamo all’inizio del romanzo in età matura e in una situazione tragica. Li ritroveremo allo stesso modo nella parte finale del volume. In mezzo c’è un lungo flash-back
Quando si hanno quattordici o sedici anni, il vostro sangue incomincia a dirvi che non potete confondere la vostra identità con quella di tutti gli altri. Il vostro sangue la restringe a voi, la restringe ad una persona sola. Basterà che troviate una persona ed il vostro cercare e domandare avranno termine. In una donna troverete tutte le donne. In un uomo troverete tutti gli uomini. Quando trovate il vostro uomo o la vostra donna, siete completi, avete raggiunto la maturità.
I due si “riconoscono”, ma non ci credono fino in fondo, si perdono, si ritrovano, non coronano il sentimento che portano addosso, anche quando le rispettive vite li allontanano fisicamente. Certe promesse non reggono, non hanno gambe solide, non resistono.
Fatiche e sudore
Tom Hanlin, se non pezzi della sua vita sentimentale, racconta certamente il contesto in cui è cresciuto prima di spiccare il volo come romanziere di successo, un universo su cui riflette amaramente. Spaccati sottoproletari di fatiche e sudore, contesti lavorativi di molti doveri e nessun diritto, vite vissute senza speranze e prospettive, in un angolo di mondo chiuso in se stesso. Mentre studiava giornalismo, continuava a lavorare nelle miniere, come fece per un paio di decenni. Lavorò anche teatro e radio, fu apprezzato da un gigante come Steinbeck, lusingato dal cinema americano, ma la morte precoce gli impedì di raccogliere il successo che l’aveva benedetto fin dal suo esordio, questo Una sola volta nella vita. Di fatto, Tom Hanlin è finito in un cono d’ombra che non merita. È spietato nel raccontare quanto una vita possa essere crudele, quanto si possa essere ciechi, quanto si possa smettere di respirare ben prima che accada davvero.
Alcuni vivono fino al momento in cui muoiono; altri sono già morti molto tempo prima di morire, ed entrambi sono ignari del tempo; altri, invece, sanno e vien loro la febbre, ogni volta che un anno incide il suo segno. Ma tutti noi cominciamo a morire molto tempo prima della nostra morte.
Sentimenti sconfitti
L’agile e moderno volume di Tom Hanlin (l’immagine dell’autore è quella disegnata da Giacomo Putzu per le bandelle del libro) accompagna Frank e Jenny per strade (lui, a un certo punto, diventerà anche un vagabondo) che li porteranno a incontrarsi, ma non a coronare il loro struggente amore giovanile.
Gli uomini vivono col cervello, e il diavolo è sempre stato un grande fabbricante di idee; le donne vivono nel loro sangue, e a farlo perfetto ci ha pensato Dio fin dal principio.
Certi amori soccombono agli imprevisti, ai malintesi, ai momenti di sconforto; non resistono alla lontananza, si arrendono a soluzioni banali, a portata di mano, preferiscono vivere di consuetudini, anziché rischiare. Vi diranno che non sono veri amori, ma forse non è così. Anzi, leggendo le pagine di Una volta sola nella vita sembra che gli amori veri siano quelli che ricordate, quelli perduti e sconfitti, non quelli che vivete…
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