Scrivendo “Come in sogno. Il racconto di Palermo” – che recupera anche un testo di Michele Perriera fuori catalogo da decenni – e intervistando l’ormai ex primo cittadino della città in cui è nato ed è tornato a vivere, Giorgio Vasta non riflette solo «sulla struttura retorica di Leoluca Orlando nel tempo, sullo scarto di quello che lui diceva e quello che, guardando la città, si percepiva». Continua a fare i conti con Palermo, «un fantasma, un conto aperto – spiega in questa videointervista – ma se i conti si chiudessero non avrei più nulla da dire, da fare. E allora masochisticamente tifo per i fantasmi…». Vasta rivela anche che, nel giro di un anno, sarà pubblicato un suo nuovo romanzo per Sellerio
Per Giorgio Vasta Palermo è «un conto aperto». L’autore de Il tempo materiale che, già nel 2008, lasciò il segno da debuttante, è tornato in libreria per le edizioni Il Glifo, con un volume, Come in sogno. Il racconto di Palermo (256 pagine, 18 euro) in cui si ripubblica sia una conversazione del 1998 fra Michele Perriera e Leoluca Orlando, allora per la prima volta sindaco di Palermo, che un più recente dialogo, datato 2021, di Giorgio Vasta con il sindaco Orlando, ai titoli di coda del suo ultimo mandato da primo cittadino del capoluogo siciliano. Come la prima “intervista” era stata sollecitata da Letizia Battaglia, anche la più recente è stata proposta a Vasta dall’editore e dal curatore Marco Marino. E lo scrittore palermitano ha interpretato il compito alla sua maniera, ragionando più che sull’azione amministrativa dell’ormai ex sindaco Orlando, sulle «formule immaginarie, visionarie se si vuole, in gran parte utili e funzionali a quello che gli stava a cuore, ma che da un certo momento in poi hanno cominciato a girare a vuoto. Mi sembrava interessante riflettere sulla struttura retorica di Orlando nel tempo, sullo scarto di quello che lui diceva e quello che, guardando la città, si percepiva, che fosse dentro le sue sabbie mobili».
Una questione personale
Questo come altri suoi libri – è il caso di Palermo. Un’autobiografia della luce (qui l’articolo) – finisce per fare i conti con «una questione personale». «Se hai come riferimento quotidiano il diritto – osserva Giorgio Vasta nella videointervista – Palermo è una città frustrante, se non umiliante. Per me Palermo è soprattutto un fantasma, è il luogo di attivazione delle nevrosi che mi servono per scrivere, quindi Palermo è un conto aperto e allo stesso tempo è il combustibile della scrittura». Un rebus senza soluzione, a leggere le riflessioni snocciolate in Come in sogno. Il racconto di Palermo. «Ho tante volte il desiderio che i conti si chiudano – ammette – e che sia possibile per una volta percorrere la città sereno, non in uno stato di continua conflittualità, però poi mi dico che se questo accade, io non ho più semplicemente nulla da dire su Palermo, ma non ho più nulla da dire. Non perché quello che ho da dire l’ho da dire su Palermo, ma l’ho da dire attraverso Palermo. Se viene sedato il mezzo che utilizzo, se viene ripulito il combustibile, se vengono bagnate le polveri, non so più che cosa fare, quindi, masochisticamente, faccio il tifo per i fantasmi».
In arrivo un romanzo
Tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, rivela Vasta, approderà nelle librerie il suo nuovo romanzo, a più di sedici anni dal primo. Un libro che sarà edito dalla più nota casa editrice palermitana, indipendente e capace di affermarsi lungo tutta la penisola. «Questo romanzo esiste – conclude – non è quello su cui ho lavorato negli anni scorsi, ma che ho scritto nel 2021. Il libro uscirà per Sellerio. Sto riscrivendo la prima parte, essendo un libro molto lungo richiede tempo, però esiste, se qualcuno avrà voglia di leggerlo chiaramente mi farà piacere…».
Qui la videointervista integrale, buona visione
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